TROSSARELLI Giovanni

TROSSARELLI GIOVANNI025di Giovenale e di Luigia Barbero, nacque a Savigliano di Cuneo il 30 ottobre 1863 e morì in combattimento sul Mrzli il 28 agosto 1915.
Secondogenito di nove fratelli, compiuti gli studi classici a Savigliano, entrò alla Scuola Militare di Modena e ne uscì con le spalline di sottotenente di fanteria, assegnato al 22° reggimento, nel settembre 1882. Con la promozione a tenente, nell’ottobre 1885, la nostalgia delle montagne natie lo attrasse nella specialità alpini ed ottenne il trasferimento al 2° reggimento, passando poi al 4° con la promozione a capitano, conseguita nel luglio 1892. Due anni dopo, nel dicembre, chiamato a far parte del corpo di spedizione in Africa, fu destinato al battaglione alpini d’Africa. Al comando della 1^ compagnia partecipò alla battaglia di Adua, il 1° marzo 1896, meritando una medaglia di bronzo al v. m. per la fermezza ed il coraggio dimostrati in quello sfortunato combattimento.
Rimpatriato due mesi dopo, tornò al suo antico 2° reggimento alpini che lasciò nel 1909, anno in cui, promosso maggiore, fu trasferito al 1° alpini, nel quale rimase anche col grado di tenente colonnello. Dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, con la promozione a colonnello, conseguita a fine giugno del 1915, ebbe il comando dell’89° reggimento fanteria della brigata Salerno, già in zona di operazioni nel settore di Tolmino. In poco più di un mese seppe infondere nei suoi uomini, già duramente provati dalle precedenti sanguinose lotte, quella fiducia e quell’ardimento dimostrati poi nei combattimenti che si svolsero nella seconda metà di agosto per la conquista dello Sleme e del Mrzli. Infatti, sempre alla testa del reggimento negli attacchi che iniziarono il giorno 14 e che si rinnovarono nei giorni successivi, ancora più violenti per la tenace resistenza austriaca, il suo personale valore trascinò i soldati anche in furiose mischie corpo a corpo. Quando già sembrava arridergli la vittoria, nel nuovo attacco, all’alba del 28 agosto, contro ìl cosiddetto trincerone, un colpo di fucile fermava il suo generoso impeto. Dopo aver rifiutato di farsi portare al posto di medicazione, chiese di nascondere ai suoi soldati la gravità della sua ferita e spirò sul campo nel pieno della battaglia.
Alla memoria del valoroso colonnello, con d. l. del 25 giugno 191 6, fu concessa la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Dopo avere, per più giorni, guidato con slancio il proprio reggimento all’attacco di una forte posizione nemica, colpito a morte mentre, dimentico di sé, non pensava che alla direzione del combattimento, spirava sul campo senza voler essere trasportato al posto di medicazione, e vietando, anzi, agli astanti di parlare dell’accaduto, per il timore che la sua morte impressionasse il reggimento e ne diminuisse lo slancio nel difficile attacco.- Mrzli, 29 agosto 1915.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 76.