MARITANO Felice

n. 15 gennaio 1919 a Valgioie (Torino). Maresciallo maggiore dei carabinieri della Legione CC. (Carabinieri) di Genova.

Allievo carabiniere volontario, nel febbraio 1938 fu ammesso a frequentare il corso presso la Legione di Roma. Nell’aprile 1939 venne assegnato al 3° plotone carabinieri mobilitato e partì per l’Albania dove, allo scoppio della seconda guerra mondiale, prese parte alle operazioni sul fronte greco-albanese. Dal maggio 1941 al febbraio 1942 fu aggregato alla Sezione carabinieri presso la Divisione Fanteria Cuneo, operante nelle isole dell’Egeo, e nel dicembre dello stesso anno rientrò in Italia. Destinato alla Legione CC. di Torino, venne aggregato alla 181^ Sezione carabinieri mobilitata operante in Francia dove, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, fu fatto prigioniero dai tedeschi e deportato in Germania. Rimpatriato nell’agosto 1945 si presentò alla Legione CC. di Torino dove prestò servizio ed ottenne le promozioni a vicebrigadiere a scelta nel 1947 e due anni dopo quella a brigadiere. Nell’aprile 1954 fu ammesso in servizio permanente effettivo e, due anni dopo, fu trasferito alla Legione CC. di Genova. Prestò servizio presso le Stazioni dei Carabinieri di S. Remo e di Sestri Levante. Col grado di maresciallo ordinario assunse il comando di quella di Rivarolo, dove ottenne le successive promozioni a maresciallo capo e a maresciallo maggiore.

Altre decorazioni: Cr.g. al v.m. (Croce di guerra al valore militare) (Albania, gennaio 1941); Appuntato per m.g. (meriti di guerra) (Albania, aprile 1941).

Già più volte decorato al valor militare e dieci volte solennemente encomiato per brillanti e rischiose operazioni di polizia giudiziaria, chiamato su sua reiterata richiesta a far parte di un nucleo speciale di polizia giudiziaria per la lotta contro il terrorismo, si distingueva per intelligente capacità professionale e per coraggiosa dedizione al dovere in una serie di azioni che conducevano fra l’altro a disarticolare una organizzazione eversiva, da tempo costituitasi per colpire e sovvertire le istituzioni dello Stato, ed a catturarne taluni pericolosi esponenti. Da ultimo, offertosi volontario per capeggiare rischioso appiattamento notturno presso una base operativa della banda armata, riusciva ad intercettare uno dei banditi, che affrontava con determinazione e cosciente sprezzo del pericolo, anteponendo la propria persona a quella dei dipendenti. Benché colpito gravemente al petto dal fuoco del malvivente, persisteva nella sua decisa reazione, sino a ferire l’aggressore e ormai morente – ad incitare i suoi uomini a catturarlo. Decedeva poco dopo, immolando in difesa della legge la sua esistenza e lasciando ai posteri un fulgido esempio di elette virtù militari e di esaltante dedizione al dovere. Piemonte, Emilia, Lombardia e Rebbiano di Mediglia (Milano), 27 maggio -15 ottobre 1974. (D.P. 22 aprile 1975).


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume terzo individuali (1941-1981), [Tipografia Regionale], Roma, 1982, p.76. (D.P. 22 aprile 1975).