FRIGNANI Giovanni

nasce a Ravenna l’8 aprile 1897 (Wikipedia). Tenete colonnello in servizio permanente effettivo carabinieri, Fronte militare della resistenza.

Nel maggio 1915 entrò in guerra come volontario nel LII battaglione del Corpo Nazionale Volontari Ciclisti. Ammesso alla Scuola di Modena nell’anno successivo, venne nominato sottotenente in servizio permanente effettivo nel 28° fanteria della Brigata Pavia col quale di distinse, poi, col grado di tenente sul Piave nel giugno 1918. Trasferito nel novembre 1919 nell’Arma dei CC. Col proprio grado, vi fu promosso capitano nel 1920, maggiore nel 1927 e tenente colonnello 1942, svolgendo delicati ed importanti incarichi di controspionaggio. Comandante del gruppo interno CC. Di Roma, il 25 luglio 1943, ebbe l’ordine e portò a termine l’arresto del Capo del fascismo. Dopo gli eventi dell’8 settembre 1943, iniziò intensa attività patriottica clandestina dando vita alla banda partigiana Generale Caruso operante in Roma. Fu arrestato dalla polizia tedesca in seguito a delazione il 23 gennaio 1944 ed ucciso per rappresaglia alle Fosse Ardeatine due mesi più tardi, il 24 marzo 1944.
Altre decorazioni: Medaglia di bronzo (Fagarè del Piave, giugno 1918).

Ufficiale superiore dei carabinieri riuniva attorno a sé numerosi carabinieri sottrattisi alla cattura dei nazifascisti, organizzandoli, assistendoli moralmente e materialmente, inquadrandoli e facendone un organismo omogeneo, saldo, pronto ad ogni prova. Arrestato sopportava per due mesi, nelle prigioni di via Tasso, torture e sofferenze per non tradire la sua fede di patriota ed il suo onore di soldato con rivelazioni sull’organizzazione militare clandestina. Martoriato, con lo spirito fieramente drizzato contro i nemici della Patria piegava il corpo solo sotto la mitraglia del plotone di esecuzione. Fronte Militare della Resistenza – Fosse Ardeatine, settembre 1943-24 marzo 1944.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 397.