DE GASPARI Ercole

DE GASPARI ERCOLE050di Alessandro e di Giuseppina Moscatelli, nacque a Verolanuova di Brescia l’8 ottobre 1865 e morì in combattimento ad Assaba il 23 marzo 1913.
Terminati gli studi liceali e chiamato alle armi il 19 novembre 1885 nel 7° reggimento bersaglieri, vi consegui i galloni di caporal furiere e di caporal maggiore di contabilità e fu collocato in congedo il 22 agosto 1888. Entusiasta della vita militare, rientrò in servizio col grado di sergente nel 10° reggimento bersaglieri, e, ammesso, il 15 ottobre 1890, alla Scuola Militare di Modena, ottenne dopo due anni le spalline di ufficiale nel 1° bersaglieri e la promozione a tenente, nell’ottobre 1896.
Partecipò, col I battaglione bersaglieri del Corpo speciale, alle operazioni in Cina, nel 1900, e meritò elogi e riconoscimenti per il suo comportamento.
Rientrò dopo due anni in Patria e, promosso capitano nell’aprile del 1909, fu destinato al 7° bersaglieri. Chiese di partire per la Tripolitania ed assegnato all’11 bersaglieri, il 12 novembre 1912 salpò da Napoli per raggi ungere il reggimento già da un anno nelle trincee di Tripoli.
Assunto il comando di una compagnia del XXXIII battaglione, fu in ogni circostanza esempio di ardimento e di sereno sprezzo del pericolo. Il 23 marzo del 1913, nella battaglia di Assaba, nel Garian, contro Suleiman El Baruni, che con numerose e ben equipaggiate forze, fomentava la ribellione nell’interno della Tripolitania, compì prodigi di valore.
Destinato ad agire in stretto collegamento coi battaglioni alpini dell’8° reggimento speciale, dopo avere infiammato con nobili ed elevate parole i suoi bersaglieri, si lanciò per primo contro la posizione di Enscir Tressad fortemente difesa dagli arabi e la occupò di slancio. Portandosi poi sulla collina Daharat Hagerà e respingendone il nemico, favorì l’avanzata dei battaglioni.
Ripreso il combattimento, si slanciò con deciso attacco alla testa della sua compagnia contro numerosi gruppi nemici bene appostati nelle anfrattuosità dei dirupi e celati nel terreno discontinuo, vincendone la resistenza e costringendoli a ripiegare. Nell’ultimo definitivo attacco guidò ancora i suoi bersaglieri all’assalto. Colpito al ventre da proiettile di fucile, comprimendosi con le mani la grave ferita, non lasciò il combattimento ma continuò ad avanzare trascinando, col suo entusiasmo, i bersaglieri all’assalto.
Alla sua memoria fu concessa con r. d. 21 dicembre 1913 la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione: Dando mirabile esempio di valore personale, guidava con slancio entusiastico la sua compagnia in combattimento. Colpito a morte e conscio della sua prossima fine, incitava i suoi bersaglieri a perseverare nella lotta e con nobili parole volgeva l’ultimo pensiero al conseguimento della vittoria. – Assaba, 23 marzo 1913.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1871 al 1914,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1958,    p. 142.