CARISIO Amedeo

CARISIO005di Giovanni e di Rosa Fontanone, nacque a Torino il 27 gennaio 1801 ed ivi morì il 22 novembre 1858.
Volontario tamburino a 14 anni nei Cacciatori di Nizza, nei combattimenti del 1815 contro la Francia, il 6 luglio, si trovò presente al fatto d’armi di Grenoble.
Col grado di sergente, nel 1832, passò al 2° (poi 16°) reggimento provinciale della brigata Savona, ove, per le spiccate qualità militari dimostrate, fu, nel 1834, promosso sottotenente d’ordinanza.
Nella prima campagna di guerra del1848, per l’indipendenza, si distinse negli scontri che ebbero luogo sul Mincio, a Monzambano, il 9 aprile. Successivamente, a Pastrengo, il 30 aprile fu impegnato in quel combattimento che durò sei ore e nel quale rifulse il valore degli squadroni dei carabinieri.
Nel fatto d’armi del 6 maggio, che è ricordato come la battaglia di Santa Lucia, il 16° fanteria della brigata Savona, la brigata Savoia e reparti volontari parmensi e modenesi che formavano l’ala sinistra dello schieramento, ebbero il compito di occupare la posizione di Croce Bianca difesa dalle truppe del generale austriaco d’Aspre.
Le fanterie sarde, contrattaccate improvvisamente con violenza e sottoposte al tiro preciso della mitraglia nemica, non poterono condurre a termine gli assalti contro le posizioni austriache, anzi dovettero, in alcuni punti, ripiegare. Il 16° reggimento fanteria, che era stato uno dei più impegnati nella battaglia, non riuscì a superare le difese nemiche; non resse all’urto del successivo contrattacco austriaco e, avendo avuto gran numero degli effettivi morti e feriti, si sbandò.
Il sottotenente Carisio, che portava la Bandiera del reggimento, rimase, fra tutti, impavido al suo posto di combattimento sotto il grandinare dei colpi. Ferito alla fronte da pallottola di fucile non ‘si allontanò dal campo, ma si dette con singolare energia a trattenere ed a rincuorare i superstiti. Raccolti attorno a sè pochi ufficiali e soldati, con generoso impeto, si lanciò contro le baionette nemiche agitando nell’aria la Bandiera. L’atto ardimentoso valse a scongiurare quella vittoria che il nemico riteneva già sicura.
Fu decorato della medaglia d’oro al valore con regio decreto 10 maggio 1848 per essersi distinto nel fatto d’armi di S. Lucia (Croce Bianca).
Successivamente, il 4 luglio, ebbe la promozione a luogotenente guarito della ferita riportata in combattimento rientrò al reggimento e nella campagna del 1849 si distinse nei fatti d’armi della Bicocca e di Novara, ove la Bandiera del reggimento, ebbe, fra le prime, la menzione onorevole.
Raggiunto il massimo di età nel grado, nel 1851, fu collocato nella riserva.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.30.