PERRONE DI SAN MARTINO Ettore

PERRONE ETTORE021di Carlo e di Paola Argentero di Bersezio, nacque a Torino il 12 gennaio 1789 e mori in combattimento a Novara il 23 marzo 1849.
Volontario nell’Armata francese e prescelto per frequentare la Scuola Militare di S. Cyr, fu nominato sottotenente di fanteria nel 1807. Sotto le bandiere napoleoniche combatté in Prussia ed in Polonia (1808 e 1809). A Wagram fu decorato sul campo della Legion d’Onore. Nelle successive operazioni militari in Ispagna negli anni 1810 e 1811 e in Russia nel 1812, guadagnò promozioni e riportò gloriose ferite.
Tornato in Piemonte nel 1815, al crollo dell’Impero, per aver professato apertamente amore per la libertà e per aver partecipato ai moti del 1821, soffocati nella repressione, fu processato e condannato a morte. Graziato, fu mandato in esilio, ma l’animo suo rimase sempre fedele all’ideale di Patria. Nell’esilio francese si dedicò all’agricoltura, poi, durante la rivoluzione del 1830 riprese servizio in Francia al seguito del suo antico comandante, generale Gèrard, al quale a Ligny, nel 1815, aveva salvato la vita durante il combattimento, e conseguì il grado di maresciallo di campo.
Nel 1848, quando il Piemonte si preparava alla guerra contro l’Austria, chiese di essere ammesso nell’Esercito sardo. Nell’attesa accettò l’invito del Governo provvisorio di Milano. Raggiunse quella città per organizzare una divisione di volontari lombardi di cui, in seguito, assunse il comando e con essa e le truppe regolari partecipò validamente al blocco di Mantova.
Il 1^ luglio 1848 fu nominato luogotenente generale in servizio attivo nell’Esercito piemontese.
Dopo l’armistizio di Cherasco fu eletto deputato per il collegio di l vrea il 26 giugno 1848, fu anche ministro degli esteri e presidente del Consiglio dei Ministri. All’inizio della campagna del 1849, invocò in modo fermo e risoluto un posto fra i combattenti e gli fu affidato il comando della 3^ divisione formata dalle brigate Savoia e Savona. La mattina del 23 marzo la divisione si schierò su due linee sul pianoro a sud di Novara, tra la valletta dell’Orbogna e la roggia Olenza, a cavallo della strada di Vespolate e il borgo della Bicocca. Fu la prima così a subire la pressione dell’avanguardia austriaca del generale d’Aspre. Il combattimento durò a lungo e ostinato da ambo le parti. Il Perrone, sempre in prima linea, diresse ed animò le sue truppe nel combattimento, fino a che, gravemente ferito alla testa da pallottola di fucile, cadde esanime sul campo. Morì poco dopo, pronunciando parole di fede per l’avvenire d’Italia. Alla sua memoria fu concessa la medaglia d’oro al valore con regio decreto 13 luglio 1849 per essersi distinto nel fatto d’armi di Novara. 


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.62.