GARIBALDI Giuseppe

GARIBALDI GIUSEPPE026di Domenico e di Rosa Raimondo, nacque a Nizza il 4 luglio 1807 e morì a Caprera il 2 giugno 1882.
Giovanetto, corse i mari col padre capitano marittimo; poi la natura generosa ed ardente lo spinse sugli oceani e in lontane terre. In America avvicinò esuli e proscritti infiammandosi all’idea di libertà.
Si arruolò marinaio di 3^ classe nel Corpo degli equipaggi sardi col nome di guerra Cleombroto (matricola 289) e, nel 1834, fuggì in America perché condannato a morte in contumacia per la sua partecipazione ai moti insurrezionali nel Piemonte. Nelle Repubbliche Americane del Sud combatté ovunque fosse una causa di libertà e di giustizia da difendere. Il grande amore di Patria lo richiamò in Italia a combattere per l’indipendenza della sua terra e il 1848 in Lombardia contro l’Austria e la difesa della Repubblica Romana nel 1849 furono le prime tappe gloriose della sua vita eroica in terra italiana.
Nel 1859, nominato generale nell’Esercito sardo, assunse il comando della brigata Cacciatori delle Alpi, nella quale affluirono volontari di ogni condizione sociale provenienti dalle varie regioni della penisola; veterani delle precedenti guerre e coscritti alle prime armi, solo infiammati dal grande ardore per la causa nazionale e dal fascino del condottiero che così valorosamente si batteva per la libertà.
Partito il 20 maggio da Biella, passò il Ticino la notte sul 23, occupò di sorpresa Sesto Calende ed entrò la sera dello stesso giorno in Varese. Quindi, con geniale manovra ed impetuoso ardimento, aggirando dalla destra il nemico che tentava d’impedirgli la via di Como, lo sconfisse inesorabilmente a S. Fermo, il 27 maggio, obbligando così il maresciallo austriaco Urban a ripiegare su Monza.
Il personale valore del Condottiero fu premiato con la medaglia d’oro concessagli con regio decreto 8 giugno 1859 per le prove di intrepidezza e bravura nei combattimenti contro gli Austriaci a Varese ed a Como.
Dal maggio all’ottobre del 1860 portò le sue Camicie Rosse, con lo slancio della fede e con la ferrea volontà di vincere o di morire, da Marsala al Volturno, consegnando alla storia una impresa leggendaria.
Seguirono: nel 1862 l’episodio di Aspromonte, nel 1866 le operazioni militari sulle Alpi del Trentino contro l’Austria e nel 1867 Mentana. Nell’autunno del 1870, dimentico dell’offesa di Mentana, generosamente combatté a Digione coi suoi volontari nella guerra franco-germanica.
Il grande silenzio di Caprera, nella solitudine e nel raccoglimento, concluse la vita del  Cavaliere dell’umanità che aveva reso l’ideale di libertà e di giustizia non privilegio di pochi, ma diritto di tutti.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.80.