FAA’ DI BRUNO Emilio

FAA' DI BRUNO EMILIO085di Luigi Lodovico e di Carolina Sappa de’ Milanesi, nacque il 7 marzo 1820 ad Alessandria e morì nella battaglia navale di Lissa il 20 luglio 1866.
Discendente da antica famiglia patrizia monferrina, fu, ancor giovanetto, avviato alla carriera militare ed ammesso a frequentare la Scuola di Marina di Genova. Conseguì la nomina a guardiamarina nel 1840 e, imbarcato sul De Geneys, fece lunghe crociere in Africa e nella lontana America.
Nel 1848, durante la prima guerra d’indipendenza, prese imbarco sul Malfatano e partecipò al bombardamento delle batterie nemiche di Caorle. Poi, promosso luogotenente di vascello, passò sul S. Michele e combatté nella laguna veneta, nel 1849.
Nel 1861 ebbe il comando della nave-avviso Authion e si distinse negli assedi di Gaeta e di Messina, meritandosi una menzione onorevole.
Quale capitano di fregata al comando della corvetta S. Giovanni, dal 1862 al 1864, compì una nuova crociera e portò il tricolore, simbolo della Patria, nell’America latina fra le comunità italiane, spingendosi anche alla impervia terra di Baffin.
Con la promozione a capitano di vascello di 2^ classe nel 1865 ebbe il comando della pirocorvetta Castelfidardo e inviato in Tunisia, a Biserta, per difendere gli interessi dei connazionali emigrati, con abilità ed accortezza politica, ottenne dalle autorità il rispetto per gli Italiani.
Promosso capitano di vascello di 1^ classe nel maggio 1866, l’11 dello stesso mese, assunse il comando della nave corazzata Re dItalia con la quale partecipò alla battaglia di Lissa.
La squadra navale il 16 luglio salpò da Ancona per Lissa con lo scopo di effettuare uno sbarco ed occupare l’isola. Il 18 e 19 luglio fu condotto un violentissimo tiro sulle batterie dei forti, alcuni dei quali furono smantellati o costretti a tacere e sembrò che la vittoria dovesse arridere agli Italiani. Ma il mattino del successivo 20 luglio la flotta nemica, improvvisamente raggiunse la Squadra sarda ancora in manovra e riuscì ad incunearsi nella formazione. Il Re dItalia si trovò ad un tratto circondato ed attaccato. Nella situazione difficile, per le avarie al timone che rendevano impossibile ogni manovra e per l’incendio divampante anche nelle parti vitali della nave, il comandante Faà di Bruno fu l’animatore e l’esempio dell’epica difesa, finché la nave fu squarciata dallo sperone dell’ammiraglia nemica Ferdinando Max e sbandata di fianco a tribordo si inabissò con grande fremito di ruina .
Alla memoria dell’eroico comandante fu concessa con regio decreto 15 agosto 1867 la medaglia d’oro al valore per la sua eroica condotta nelle azioni di Lissa, nelle quali lasciava la vita. – Adriatico 20 luglio 1866.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.210.