GRIFFINI Paolo

 

GRIFFINI PAOLO042di Giuseppe e di Angela Cingia, nacque il 22 gennaio 1811 a Lodi e morì a Roma il 20 giugno 1878.
Siccome suddito austriaco iniziò la carriera delle armi arruolandosi, nel 1828, come cadetto nel reggimento Cavalleggeri dell’Imperatore e raggiunse il grado di capitano nel 2° reggimento cavalleggeri Hohenzollern nell’agosto 1844. Quando in Italia scoppiarono i primi moti rivoluzionari, che nel marzo 1848 furono i prodromi del Risorgimento, il Griffini, spinto dall’ardente amore per l’Italia, fuggì dall’Austria e passò al servizio del Governo provvisorio di Lombardia. Assunto col grado di maggiore curò l’organizzazione di un battaglione di volontari; promosso poi tenente colonnello, ebbe il comando del 4° reggimento di linea. Dopo la sfortunata campagna del 1849 riparò in Piemonte dove, nel 1850, fu nominato maggiore nel reggimento Cavalleggeri di Saluzzo nel quale ebbe le successive promozioni. Fece parte del Corpo di spedizione in Oriente e combatté valorosamente in Crimea nel 1855.
Nella  seconda campagna di guerra contro l’Austria, egli, che era già colonnello, fu decorato di una medaglia d’argento al valore per l’impeto e la bravura con cui condusse nel combattimento di San Martino, il 24 giugno 1859, i suoi Cavalleggeri di Saluzzo.
Promosso maggior generale comandò la brigata di cavalleria nella campagna delle Marche. A Castelfidardo si meritò la commenda dell’Ordine Militare di Savoia.
Nelle successive operazioni dell’autunno del 1860 contro le truppe borboniche che, concentratesi sull’alto Volturno, si preparavano a difendere il passo del Macerone, dove la strada d’Abruzzo scavalca per l’ultima volta l’Appennino, il Griffini ebbe l’ordine d’impadronirsi di quella importante località. Alla testa di uno squadrone del Novara, due battaglioni di bersaglieri e alcune batterie eseguì una carica così brillante e decisiva, una mossa così ardita e ordinata che, sgominate le truppe nemiche, caddero in suo potere un generale napoletano con il suo stato maggiore, 37 ufficiali di cui tre superiori, 2000 uomini, una bandiera e tutta l’artiglieria. Gli fu conferita con regio decreto 18 ottobre 1861 la medaglia d’oro al valore per avere caricato alla testa della cavalleria e dato prova di strenuo valore nel combattimento del Macerone il 20 ottobre 1860.
Al comando di una divisione di cavalleria di linea partecipò quindi alla terza guerra d’indipendenza nel 1866. Dall’ottobre 1866 al dicembre 1870 fu presidente del Comitato dell’arma di cavalleria.
Per quattro legislature rappresentò al Parlamento il collegio di Lodi.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.124.