MAJORANA Giuseppe

nasce a Nervi (Genova) il 2 luglio 1910 (https://www.marina.difesa.it/noi-siamo-la-marina/storia/la-nostra-storia/medaglie/Pagine/MajoranaGiuseppe.aspx). Sottotenente di vascello complemento, osservatore.

Di nobile ed antica famiglia siciliana, era iscritto a Napoli nell’Istituto Superiore Navale che gli conferi poi, dopo la sua morte, la laurea ad honorem in scienze economiche e marittime. Arruolatosi nel 1930 nella Marina, quale allievo ufficiale fu nominato guardiamarina nell’ottobre 1931 e l’anno dopo congedato. Nel settembre 1935, richiamato e destinato al battaglione San Marco, partiva per l’A.O. (Africa Orientale) dove prendeva parte alla campagna etiopica concludendola con la marcia su Addis Abeba. Promosso sottotenente di vascello nell’agosto 1936 e rimpatriato a fine d’anno, riprendeva il suo posto nella Marina mercantile. Nell’aprile 1939, richiamato per mobilitazione, prese prima imbarco sul C.T. (Cacciatorpediniere) Carabiniere col quale partecipò alla battaglia di Punta Stilo; poi passò a domanda alla Scuola osservazione aerea ad Orbetello e, nel gennaio 1941, ottenne la nomina ad osservatore dall’idrovolante.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia d’Argento) sul campo (Cielo del Mediterraneo Occidentale, 25 marzo – 22 luglio 1941).

Abile e valoroso osservatore a bordo di un idro (idrovlante)da RM. (Ricognizione Marittima), dopo aver avvistata una formazione navale e averne trasmesso i dati relativi al moto, mentre, d’accordo col primo pilota, dirigeva per eventuale opera di soccorso verso un apparecchio silurante che precipitava in mare, veniva attaccato da sei caccia di cui due venivano abbattuti ed uno probabilmente. Dopo l’ammaraggio avvenuto con l’apparecchio in fiamme, nonostante fosse già ferito, si prodigava, malgrado l’abbondante perdita di sangue per approntare il battello di salvataggio. Raggiunto da altri proiettili, ferito mortalmente alla bocca, impossibilitato ad articolare parola e conscio della propria imminente fine, determinava stoicamente la posizione del battellino e con cenni indicava la rotta migliore da seguire per raggiungere la terra, onde i camerati potessero trarne possibilità di salvezza. Prossimo all’agonia, cosciente del suo stato, con sovrumana energia, indicava ancora ai compagni il lontano profilo della costa, quindi serenamente e gloriosamente decedeva. Cielo del Mediterraneo, luglio 27 settembre 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 723.