SOLAROLI Paolo

SOLAROLI PAOLO026di Paolo e di Luigia Canelli de’ Prosperi, nacque a Torino il 20 ottobre 1874 e morì in combattimento a Sciara Zauia (Tripoli) il 26 ottobre 1911.
Nipote del colonnello Paolo Solaroli che, ufficiale di stato maggiore del II Corpo, valorosamente combattè e guadagnò la più alta decorazione al valor militare sulle alture di Rivoli e Santa Giustina dal 22 al 25 luglio 1848, egli, fiero delle nobili tradizioni familiari ed infiammato dei più alti ideali di amor patrio, entrò nella Scuola Militare di Modena il 1° novembre 1895.
Nominato sottotenente di cavalleria al termine dei due anni di corso, fu destinato al reggimento cavalleggeri di Lodi (15°). Tenente nel gennaio 1901, fu prescelto quale ufficiale d’ordinanza dal comandante il II Corpo d’armata, generale Fecia di Cossato, il 13 novembre 1902 e, successivamente, fu chiamato dal Conte di Torino allo stesso incarico nel febbraio 1907. Seguì il suo generale negli arditi viaggi che egli effettuò nell’interno dell’Africa e gli fu compagno prezioso per avvedutezza e coraggio. Rientrato al suo reggimento cavalleggeri di Lodi nel maggio 1911, egli volle assumere il comando di un plotone destinato a partecipare alle operazioni in Tripolitania.
Partito da Napoli il 9 ottobre 1911, sbarcò a Tripoli col primo scaglione del Corpo di spedizione e sostituì le forze da sbarco della Marina nelle trincee attorno alla città.
Dopo i combattimenti del 23 ottobre, verso l’alba del 26 successivo, i turco-arabi attaccarono di sorpresa le trincee della piazza svolgendo una azione dimostrativa sul fianco delle difese e scagliandosi, poi, con imponenti forze, in direzione del fortino di Mesri, ove era la caserma di cavalleria.
La sorpresa ed il violento fuoco di fucileria nemica determinarono uno sbandamento nelle difese che permise a nuclei arabi di aggirare le posizioni e raggiungere la caserma di cavalleria, ove erano anche sistemati la polveriera e l’ospedale. Il 1° squadrone del Lodi uscì dalla porta occidentale della caserma e, apertosi a viva forza la via fra gli arabi, giunse, col sacrificio di molti cavalieri, a chiudere la breccia e ad arrestare ogni ulteriore movimento del nemico a tergo delle difese.
Il valore personale ed il sereno sprezzo del pericolo del tenente Solaroli furono riconosciuti con la concessione alla memoria della medaglia d’oro al v. m. fatta con r. d. 8 novembre 1912. Dice la motivazione: Guidava con energica intrepidezza il suo plotone appiedato contro il nemico che attraversando le trincee aveva fatto irruzione verso la casa di Giamal Bey. Ferito, una prima volta ad  un polso, ed una seconda ad un ginocchio, seguitava a tenere il comando dei suoi con esemplare valore e, ferito una terza volta mortalmente, lasciava la vita sul campo.- Sciara Zauia (Tripoli), 26 ottobre 1911.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1871 al 1914,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1958,    p. 94.

 

 

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