Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo il 15 agosto 1943 riuscì ad assumere il comando dell’11° Reparto del Genio motorizzato. Il 10 settembre il colonnello Montezemolo con la costituzione del Comando “città aperta” di Roma fu nominato responsabile dell’Ufficio affari civili. Quando però i tedeschi, il 23 settembre, misero fine al fragile accordo, egli fece perdere le proprie tracce al Ministero della Guerra. Dopo aver trovato rifugi di fortuna, fin dal 10 ottobre si adoperò per radunare ed organizzare intorno a sé ufficiali e soldati per combattere contro l’occupante tedesco. Diede così vita al Centro Cospirativo di Roma, primo esempio in Italia di Fronte militare clandestino della Resistenza. Dovette convivere per questo periodo con una taglia enorme ed una spietata caccia sopra la sua testa. Il giorno fatidico dell’arresto però giunse: il 25 gennaio 1944 venne catturato e portato in serata al carcere di via Tasso. Lì subì un trattamento fatto di torture e malnutrizione. Il 24 marzo dello stesso anno infine venne tradotto dai soldati tedeschi alle Fosse Ardeatine, ove la sua vita ebbe fine.
Testo epigrafe 1 (via Vico)
In questa casa
Giuseppe Cordero Lanza
di Montezemolo
colonnello del Genio S.M.
Medaglia d’Oro al Valor Militare
abitò dal 1940 al 1943
Capo delle Resistenza militare clandestina in Roma
sofferse con fede in Dio ed eroica fermezza
le torture del carcere di via Tasso
e il disumano eccidio delle Fosse Ardeatine
Testo epigrafe 2 (via Baiamonti)
L’Aeronautica militare consacrando al nome della
Medaglia d’Oro Colonnello
Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo
questa caserma della III° Z.A.T. rivive la fedeltà
il sacrificio l’eroismo di lui e lo addita agli
Avieri quale mirabile esempio di ascensione ideale
luminosissima a custodia a difesa a protezione
d’Italia
Roma 10-XII-1943
Testo epigrafe 3 (via Bonaiuto)
Scuola Media Statale
Giuseppe
Montezemolo