Fosse Ardeatine

L’eccidio delle Ardeatine eseguito il 24 marzo 1944, con furia, in tutta fretta e con l’occultamento dei corpi fu l’esito dell’attentato in Via Rasella avvenuto la sera del 23, meno di 24 ore prima, ad opera di 19 gappisti. Ne fecero parte Carlo Salinari, Franco Trombadori, Raoul Falcioni, Rosario Bentivegna, Carla Capponi, Pasquale Balsamo più tutti gli altri in ruoli di appoggio e più defilati, ma non meno importanti, compreso quello di Francesco Curreli di Austis e di altri gap di origine sarda come Marisa Musu e Silvio Serra, studente di Cagliari. Notevole il ruolo di Giorgio Amendola, importante quello di Guglielmo Blasi, che qualche mese dopo rivelerà ai tedeschi i nomi di buona parte dei gappisti che finiranno in Via Tasso, torturati e condannati a morte; solo Carlo Salinari e qualche altro si salveranno in modo fortunoso.

Un ordigno con 18 kg di tritolo sistemato dentro un carrello da netturbino uccise trentatré altoatesini dell’11° battaglione Bozen che transitava abitualmente alla stessa ora in quella Via, più due civili tra cui un bambino di undici anni, Pietro Zuccheretti, completamente dilaniato, di cui trovarono la testa più altri sei pezzi insufficienti a ricostruirne l’intero corpo.

La reazione fu una rappresaglia coordinata da tutto il comando tedesco, ma attuata in prima persona da Kappler. Tutte le abitazioni della Via furono crivellate dai proiettili, le case perquisite, gli abitanti e i passanti della zona rastrellati e messi spalle al muro per ore prima che fossero in buona parte arrestati. Hitler in persona ordinò la feroce rappresaglia: radere al suolo l’isolato con tutti i suoi abitanti, uccidere cinquanta italiani per ogni tedesco e deportare in massa tutti i maschi di Roma. Nella foga di attuare quest’ordine decisero infine di uccidere 10 italiani per ogni tedesco, quindi 330 persone da scegliere tra le 155 già incarcerate, per motivi politici, in Via Tasso e a Regina Coeli, più 70 ebrei arrestati nei giorni precedenti, nonostante avessero pagato 50 chili d’oro la loro immunità.

A eccidio compiuto, nella mattina del 25 marzo, tramite il quotidiano Il Messaggero, il comando tedesco emise questo comunicato: “Nel pomeriggio del 23 marzo 1944, elementi criminali hanno eseguito un attentato con lancio di bombe contro una colonna tedesca di polizia in transito in Via Rasella. 32 uomini della polizia tedesca sono stati uccisi. Il comando tedesco è deciso a stroncare l’attività di questi banditi scellerati. Nessuno dovrà sabotare impunemente la cooperazione italo-tedesca nuovamente affermata. Il comando tedesco ha perciò ordinato che per ogni tedesco assassinato dieci comunisti badogliani saranno fucilati. Quest’ordine è già stato eseguito“.