Medaglie d’Oro al V.M.

Regno d'Italia (1793-1946)

Regno d’Italia (1793-1946)

La Medaglia al Valore
Durante la guerra tra Piemonte e Francia, Vittorio Amedeo III di Savoia, terzo Re di Sardegna, decretava il 21 maggio 1793 l’istituzione di una speciale medaglia al valore in oro o in argento, che portava da un lato l’effige del sovrano e dall’altro la semplice dicitura “al valore” sopra un trofeo d’armi e sotto una corona di lauro.
Tale medaglia che doveva considerarsi come “un pubblico ed onorifico contrassegno per le azioni di segnalato valore in guerra”, doveva essere conferita esclusivamente a “bass’uffiziali e soldati”, i quali godevano di un soprassoldo a vita equivalente alla paga intera di una mesata, se avevano quella in oro, di mezza mesata, se l’avevano in argento. Solennemente doveva essere conferita la decorazione, e cioè “in pubblico e in presenza della truppa schierata in armi
Sebbene la ricompensa fosse solo riservata ad azioni personali, tuttavia al reggimento “Dragoni del Re” (poi “Genova Cavalleria) il re Vittorio Amedeo III, per la bravura dimostrata il 21 aprile 1796 da due squadroni comandati dal colonnello savoiardo Silvestro Giovanni d’Oncieu de Chaffardon, volle assegnare due Medaglie d’Oro, come se a tanto valore non fosse sufficiente una sola ricompensa. La motivazione è la seguente:
Per la segnalata prova di zelo, fermezza e coraggio che due squadroni di questo Corpo hanno dato il 21 aprile I796 nella pianura di Mondovì, attaccando un Corpo di Dragoni e di Ussari nemici innatamente superiori in numero, rovesciandoli e disperdendoli, dopo averne uccisi, feriti, fatti prigionieri buona parte, facilitando così la ritirata della Fanteria del Re che arrischiava di essere circondata. – Colle del Bricchetto, 21 aprile I796.

Col dominio straniero succeduto in Piemonte in seguito alle guerre napoleoniche, più non vennero concesse Medaglie al Valore ma nel 1815 il re Vittorio Emanuele I non appena ritornato a prendere possesso dei suoi Stati in terraferma, con Regolamento del 1° aprile, emise in vigore la istituzione del 21 maggio 1793. Dopo pochi mesi però, e precisamente il 14 agosto 1815, le Medaglie d’Oro e d’Argento vennero soppresse e sostituite con la decorazione di cavaliere (Medaglia d’Oro) e di milite (Medaglia d’Argento) dell’Ordine Militare di Savoia, che doveva essere assegnato soltanto a coloro “Uffiziali, Bass’Uffiziali e Soldati i quali si fossero distinti in battaglia o in altro fatto di guerra con qualche azione valorosa, prudente, personale evidente e tale che poteva omettersi senza mancare al proprio dovere ed all’onore“.
Trattavisi dunque soltantono a tale epoca di distinzione al valore “di guerra”. E poichè dal 1815 la pace regnò per molti anni nel Regno di Sardegna, tali decorazioni non vennero più assegnate. Tuttavia, nel 1821, una Medaglia d’oro fu decretata ad un reggimento; essa però era una Medaglia d’Oro “speciale” che il re Carlo Felice con r.d. 10 ottobre 1821 accordò al reggimento “Cuneo” (poi brigata “Cuneo: 7° ed 8° reggimento fanteria) per il lodevole contegno serbato nelle contingenze politiche del 1821.
Dopo questi periodi di breve durata, le Medaglie d’Oro e d’Argento riebbero una nuova e gloriosa vita, e questa vita fu ininterrotta. Infatti, col grande rinnovamento dell’Esercíto Piemontese avvenuto nel periodo 1831-1833, si ritenne opportuno istituire un nuovo distintivo d’onore consistente in una Medaglia coniata in oro od in argento per premiare le azioni di alto valore nelle Armate di terra e di mare, che non potessero dare diritto alla Croce dell’Ordine Militare di Savoia.
La Medaglia, che venne istituita dal re Carlo Alberto, succeduro al re Carlo Felice nel Regno di Sardegna, con R. Viglietto del 26 marzo 1833, che in seguito riportiamo, da un lato portava incisa la Croce di Savoia sormontata dalla Corona Reale in mezzo a due rami, uno d’alloro e l’altro di quercia, con attorno il motto “al valor militare” dall’altro lato in un primo tempo tra due rami d’alloro eranvi il luogo e la data del fatto che occasionò l’assegnazione e nel contorno il nome, cognome e grado del decorato o addirittura solo il grado ed il cognome; in seguito ci si attenne a quanto stabiliva il R. Viglietto 26 marzo 1833 e cioè tra i rami figurò il nome, cognome e grado del decorato mentre nel contorno venne inciso il luogo e la data del fatto. Dapprima l’occhiello, nel quale si infila il nastro azzurro, fu assai ristretto per modo che il nastro stesso era talmente piegato che saliva quasi a forma di triangolo; ora, invece, essendo stato allargato l’occhiello, il nastro sale subito regolarmente in forma rettangolare. Il nastro è sempre stato azzurro.
Colle predette Medaglie venivano, a seconda dei casi, premiate “le azioni di segnalato valore che avranno luogo nella nostre armate”. L’articolo 6 poi precisa che “sebbene l’instituzione di detto distintivo d’onore sia specialmente diretta a ricompensare le azioni di valore che aver puonno luogo in tempo di guerra nelle fazioni qualunque contro il nemico, non perciò escludiamo Noi dal potervi aspirare anche in piena pace con quelle altre di veramente segnalato coraggio che praticate fossero dai nostri militari qualunque, nel periodo di un servizio a cui trovinsi comandati, secondo la natura dell’Arma propria in cui servono”.
E poichè a dette Medaglie fu attribuito un assegno annuo, esso fu di lire cento per quelle in oro e di lire cinquanta per quelle in argento, assegno che venne aumentato rispettivamente a lire duecento e cento il 31 dicembre 1848.
Nel 1848, durante la prima Guerra d’Indipendenza, per poter corrispondere un’adeguata ricompensa ai numerosi atti di valore segnalati, che per altro non raggiungevano gli estremi prescritti per la Medaglia d’Oro o d’Argento, Carlo Alberto, con determinazione sovrana, istituiva la Menzione Onorevole al valore militare. Successivamente e in data 8 dicembre 1887 il Re Umberto, perchè anche tale distinzione potesse avere un distintivo appariscente, la commutò in Medaglia di Bronzo al valore militare. Il decreto non attribuiva soprassoldo alla nuova ricompensa e aumentava gli assegni della Medaglia d’Oro e d’Argento rispettivamente ad annue lire trecentocinquanta e cento. Nel corso della prima guerra mondiale (1915-1918) con decreto luogotenenziale 10 febbraio 1918 n. 264 i soprassoldi delle Medaglie d’Oro e d’Argento vennero rispettivamente portati ad annue lire ottocento e duecentocinquanta ed alla Medaglia di Bronzo fu corrisposto un soprassoldo annuo di lire cento.
Con le nostre prime affermazioni africane e con la conseguente organizzazione di un regolare Corpo di Truppe Coloniali, furono istituite anche per  militari indigeni le Medaglie d’Argento e di Bronzo al Valor  Militare da conferire a quelli di essi che si fossero distinti per atti di valore, secondo i casi speciali contemplati da apposito paragrafo del “Regolamento di Disciplina” per i militari indigeni del R. Corpo delle Truppe Coloniali dell’Eritrea.
Tali medaglie, di dimensioni uguali alle altre, recanti da un lato l’effige del Re, anzichè lo stemma Sabaudo, col motto all’nterno “Al Valore Militare”, e sul rovescio due rami d’alloro con in mezzo il nome del decorato e nel contorno il luogo e la data dell’azione davano diritto, per una volta tanto, quella d’Argento ad un premio di lire trecento, e quella di Bronzo ad un premio di lire cento.
Inoltre il re Vittorio Emanuele III, con r. d. 7 gennaio 1922, creava la Croce di Guerra al Valor Militare, costituita da una Croce di Bronzo sospesa ad un nastro a strisce verticali azzurre e bianche attraversate da un distintivo di bronzo rappresentato da una daga romana, intrecciata con un ramo di quercia, e avente per impugnatura una testa d’aquila, sostenuta da un rettangolo col motto FERT. Successivamente il nastro a strisce venne sostituito con quello azzurro, esclusivo della Medaglia al Valor Militare.
Nel 1931 con r.d. del 17 dicembre, n. 1786, vennero concessi ai militari indigeni i soprassoldi delle Medaglie al Valore in Argento e in Bronzo nella misura di quelli stabiliti dalla legge.
500px-Medaglia_d'oro_al_valor_militare.svgCon r.d. 23 ottobre 1942, n. 1195, i soprassoldi delle Medaglie d’Oro, d’Argento e di Bronzo vennero elevati rispettivamente ad annue lire millecinquecento, settecentocinquanta e trecento, successivamente portati, con Legge 27 marzo 1953, n.259, rispettivamente a lire quarantamila, dodicililacinquecento e cinquemila.
A seguito del decreto legislativo 5 maggio 1948, n.535, che ha stabilito l’emblema dello Stato – approvato dall’Assemblea Costituente con deliberazione del 31 gennaio 1948 – sulle Medaglie al Valore è stato sostituito lo stemma Sabaudo con il nuovo emblema dello Stato, composto di una stella a cinque raggi accolla agli assi di una ruota di acciaio dentata tra due rami di olivo e di quercia legati ad un nastro con la scritta in carattere capitale “Repubblica Italiana” e nel contorno in alto “Al Valore Militare”.

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