Arma dei Carabinieri

Il 12 settembre, all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre e la nascita del Regno del Sud, il Re ed il governo provvisorio provenienti da Pescara in nave andarono a Brindisi. Scelsero la città in quanto Puglia, Basilicata e Calabria erano già state abbandonate dai nazi-fascisti e non ancora raggiunte dagli Alleati.
Lo stesso giorno, presso la sede della Legione cittadina, fu istituito il Comando dei Carabinieri Reali dell’Italia Meridionale al comando del colonnello Romano Dalla Chiesa con giurisdizione sulle tre regioni libere.

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Gen. Divisione Giuseppe Pieche

Il 15 novembre, dopo l’arrivo degli Alleati in Puglia, sempre a Bari ma agli ordini del Generale Giuseppe Pièche (già prefetto e vice comandante dei carabinieri) nacque il Comando Arma Carabinieri Reali dell’Italia Liberata in cui confluirono i citati comandi di Palermo e di Bari con giurisdizione anche sulla Sardegna ormai liberata. Giuseppe Pièche divenne il nuovo Comandante Generale dell’Arma e fra i suoi primi atti vi è, il 15 novembre 1943, l’incarico al Ten. Colonnello Marco Bianco di leggere, dai microfoni di “Radio Bari”, un radiomessaggio che incitava i militi dei territori ancora occupati a combattere le truppe tedesche salvaguardando, però, la popolazione civile dal rischio di rappresaglie. Proprio questo tipo di preoccupazione, che ha sempre caratterizzato l’azione dei Carabinieri in tempo di Pace come in quello di Guerra per tutta la loro storia plurisecolare, portò al martirio Salvo d’Acquisto, Alberto La Rocca, Fulvio Sbarretti, Vittorio Marandola e tanti altri.

Per l’espletamento dei compiti di istituto la Commissione di Controllo Alleata autorizzò anche l’arruolamento di 600 vice brigadieri e ottomila carabinieri ripristinando la tradizionale capillarità dell’Arma.

Numerosi carabinieri scelsero di entrare a far parte del ricostituito Regio Esercito per combattere accanto agli Alleati.
Un primo nucleo di questo esercito, denominato Primo Raggruppamento Motorizzato, forte di 50.00 uomini ebbe il battesimo del fuoco nel dicembre 1943 a Monte Lungo, un avamposto di Montecassino.
Il Raggruppamento divenne poi Corpo Italiano di Liberazione con una consistenza di trentamila uomini che nel gennaio 1945 passarono a cinquantamila (divisi nei Gruppi di Combattimento Cremona, Friuli, Folgore, Legnano, Mantova e Piceno) che combatterono sulla Linea Gotica fino alla vittoria finale.
I Carabinieri che combatterono tra le sue file erano così organizzati:

undici Comandi Carabinieri Reali aggregati agli alti comandi e grandi unità;
cinque Compagnie ed una Sezione per i campi di riordinamento e per gli Alleati;
trentasei Sezioni mobilitate;
una Sezione di paracadutisti;
dodici nuclei per servizi speciali
un reparto, il cosiddetto Contingente R, destinato ai servizi di istituto nella Capitale.