Martiri Aeronautici
L’eccidio delle Fosse Ardeatine è il massacro compiuto a Roma dalle truppe di occupazione della Germania nazista il 24 marzo 1944, ai danni di 335 civili e militari italiani, come atto di rappresaglia in seguito all’attentato di via Rasella compiuto contro le truppe germaniche avvenuto il giorno precedente.
Per la sua efferatezza, l’alto numero di vittime, e per le tragiche circostanze che portarono al suo compimento, è diventato l’evento simbolo della rappresaglia nazista durante il periodo dell’occupazione.
Dopo l’8 settembre, dismessa la divisa dell’aeronautica, non tornò a Siculiana ma decise di mettersi a disposizione con il Fronte Militare Clandestino nella Brigata Matteotti, d’ispirazione socialista.
Il 5 febbraio 1944, su segnalazione di un delatore fu sorpreso, con suoi altri amici, a trafugare qualche filo di rame che pendeva da un traliccio subito dopo un bombardamento vicino a Centocelle.
Un soldato tedesco li minaccò con il fucile e vennero tradotti a Via Tasso. (A. Doria, Leonardo Butticé. Memorie delle Cave Ardeatine per un eroe siculianese, Associazione Pro Loco “Siculiana”, 2009)
Professore di Lettere. Appartenente al Partito d’Azione. Giustizia e Libertà. Laureato in latino e greco insegnava al Liceo della Scuola Militare.
I suoi alunni lo stimavano, ascoltavano le sue parole rivolte all’amore per la Libertà seguivano il suo esempio.
Fu arrestato il 14 marzo del ’44 nella sua casa, alle ore 22,30, l’accusa fu di avere relazioni con i partigiani, di ricevere armi e fondi per il movimento clandestino. Condotto dalla banda Koch alla Pensione Oltremare, gli chiesero i nomi dei capi della Resistenza, nonostante le sofferenze inflitte egli, tacque, seppe tacere anche a Via Tasso”. (ANFIM Roma)
Apparteneva al Fronte Militare clandestino – in esecuzione ad ordini militari svolgeva l’attività di agente clandestino a Roma, procurava con il fratello Mario, benzina e copertoni per gli automezzi al fine di facilitare, azioni nei dintorni della Capitale. Su delazione, fu arrestato insieme al fratello, in P.zza dei Re di Roma il 12 gennaio ’44 dalla polizia tedesca. Fu torturato in Via Tasso, per ottenere i nomi degli altri aderenti alla formazione. Successivamente fu trasferito a Regina Coeli. (ANFIM Roma)
Il giovane allievo sergente pilota, fu arrestato a Roma e condotto a Regina Coeli. Non si conoscono nè i motivi nè la data esatta. (ANFIM Roma)
Appattenente al Movimento Comunista d’Italia quale gragario si era prestato a dare ospitalità a prigionieri inglesi ed americani, che erano riusciti a fuggire e, che collaboravano con la Resistenza.
Tradito da una spia, fu arrestato il 16 marzo 1944 a pochi passi dalla sua abitazione. (ANFIM Roma)
N. a LEGNAGO (VR) 20 aprile 1891 (anni 53) – III 124
Di professione agricoltore, apparteneva al Partito Democratico del Lavoro. Dopo essere stato per anni perseguitato dai fascisti, nel novembre del 1942, fu inviato, quale confinato alle Isole Tremiti, per aver pubblicamente dichiarato la prossima vittoria degli alleati. Liberato alla fine del Luglio del ’43, tornò a Roma dove combattè per le vie nei giorni dell’occupazione nazista.
Occupata Roma, si ritirò nella campagna di Palestrina dove iniziò la lotta partigiana nella “Banda De Rubeis”. Forti furono i colpi inferti al nemico con gli atti di sabotaggio. Per vile delazione, il 28 febbraio 1944, fu arrestato e condotto nella gendarmeria di Velletri. Successivamente fu trasferito nelle carceri di Via Tasso. (ANFIM Roma). Presso la biblioteca “Lorenzo Lodi” è disponibile per il prestito: D. Carafoli, G.B. Padiglione, Aldo Finzi. Il fascista ucciso alle Fosse Ardeatine, Mursia, Milano, 2004
N. a ROMA 8 maggio 1897 (anni 46) – III 107
Volontario nella prima guerra mondiale, al rientro dal fronte continuò a servire la Patria presso il Ministero dell’Aereonautica, dove svolse incarichi di fiducia. Il suo spirito libero, non seppe però adattarsi al fascismo e, nel 1937 quale elemento poco gradito, fu collocato in posizione ausiliaria. Dopo le tragiche ore che seguirono l’occupazione nazista di Roma, ruppe con la Monarchia, ed entrò nel Partito d’Azione. Per cinque mesi organizzò e guidò un gruppo di patrioti, trasportò armi ai partigiani e preparò un piano per liberare i suoi generali Lordi e Martelli che erano detenuti in Via Tasso. Purtroppo non potè compiere questa azione, perchè il 5 febbraio del’44, nella sua abitazione fecero irruzione le SS., arrestato, lo condussero in Via Tasso. (ANFIM Roma)
Dirigente del polverificio “Stacchini”, aveva partecipato alla prima guerra mondiale. Nel 1936 fu congedato con il grado di Generale di Brigata Aerea. Dopo il suo congedo, venne assunto, con il grado di dirigente al polverificio “Stecchini”.
Quando l’Italia firmò l’armistizio, entrò in contatto con il Fronte militare clandestino, offrendo la sua collaborazione. Si dedicò ad organizzare, a proprie spese, bande armate che operavano nelle zone dei Monti Prenestini e di Alatri. Sospettando la sua attività, le SS. lo arrestarono il 17 gennaio del 1944. Condotto in Via Tasso rimarrà sino al 24 marzo nella cella N.4. (ANFIM Roma). Presso la biblioteca “Lorenzo Lodi” è disponibile per il prestito
Dal 1916, con il grado di sottotenente partecipò alle campagne di guerra, conquistandosi decorazioni ed encomi.
Dopo aver comandato la 5° brigata aerea, nel 1935 a soli 39 anni viene collocato nella riserva. Tornato a vita borghese, viene assunto quale impiegato nel polverificio “Stacchini” dove divenne direttore tecnico amministrativo.
Dopo l’armistizio, si dedicò all’attività partigiana, aiutando il Fronte Militare Clandestino, rifornendolo di uomini, armi ed esplosivi, che erano destinati ai tedeschi, che venivano invece inviati alle bande armate.
La sua attività, non si limitò solo a questo; fornì utili informazioni al Comando Alleato. Il 17 gennaio del ’44, fu arrestato dalle SS e condotto in Via Tasso, dove rimase sino al tragico epilogo, nella cella N. 3. (ANFIM Roma). Presso la biblioteca “Lorenzo Lodi” è disponibile per il prestito
Aviere scelto, espletava attività comunista, fornendo armi alle squadre d’azione. Scoperta la sua attività, fu ar restato il 28 gennaio 1944, in Via della Stelletta, e condotto dalle S.S. in Via Tasso nella cella N. 14. (ANFIM Roma)
Sin dalla sua prima giovinezza aveva dimostrato di voler conoscere il mondo e gli uomini, per questo suo desiderio a 13 anni lascia la sua casa per andare in America.
Dopo sei lunghi anni, solo tra genti diverse, fece ritorno in Italia, dove venne chiamato alle Armi e destinato in Aereonautica.
Durante la vita militare egli s’avvide di possedere la voce di tenore. Si dedica allo studio del canto, ma, la vita si dimostrò avversa in quanto le assidue lezioni e la vita militare non potevano coesistere.
Dopo sei anni dedicati all’ arma si congeda, dedicandosi interamente allo studio del canto sotto la direzione dei migliori maestri del tempo. Ormai lo STAME si sente un’artista e crede di aver tracciato la sua vita ma, le avversità lo perseguitano: ecco la guerra d’Etiopia, viene richiamato e parte con il grado di sergente.
Dopo essersi sposato, è costretto ad abbandonare la moglie ed il canto. Tutti interi i vizi del fascismo, dove tutto è monopolio sotto il controllo di pochi. Torna in Italia e viene congedato.
Nell’ottobre del 1938 ritorna all’arte, nella quale crede come uno strumento potente e valido per debellare i tiranni. Nel teatro del Circo Massimo a Roma, debutta con Tosca a cui segue Rigoletto, Turandot, Traviata, Andrea Chenier e Mefistofele; ma, in questo periodo iniziano per Lui le persecuzioni politiche; infatti mentre all’ Opera di Roma, provava Turandot, da eseguire alle Terme di Caracalla per la stagione estiva, agenti della milizia fascista lo arrestano, con l’accusa di non essere iscritto al P.N.F. Anche la gola, in quel periodo, aveva bisogno di una tessera. Rimane per ben quattro mesi a Regina Coeli e, quando esce, gli fu affidata la sorveglianza speciale. Riprende la sua carriera artistica, che ormai boicottata, si poteva svolgere solo nei teatri periferici e non in quelli Regi. Nel maggio del 1940, viene nuovamente richiamato nell’arma azzurra dove, anche se militare, fu tenuto sotto sorveglianza speciale.
Da una lettera si ricava la seguente frase: “Sorvegliare lo Stame perchè pericoloso. Questa volta si parte per la guerra di Spagna. Proprio, in quella terra, Egli vede a qual punto è ridotto il mondo; a qual punto può ridursi un’ umanità. Egli, si ribella, osserva soggetto politico”. Questa fu la Sua macchia ed umiliazione che lo accompagnò presso tutti gli aereoporti, squadriglie ecc .. Malgrado tutto questo, per il suo ben chiaro valore gli vennero riconosciute delle benemerenze acquisite precedentemente guadagnandosi due promozioni per merito di guerra e meritandosi una croce di guerra al V.M., dopo, ogni promozione fu interrotta a causa dei suoi precedenti politici.
Durante il suo richiamo, viene trasferito al Ministero ed assegnato all’Ufficio Assistenza del Gabinetto con l’incarico di organizzare e di interpretare concerti per i feriti di guerra. Furono giorni in cui potè cantare a piena voce, senza riserbo. Si esibì alla Clinica Ortopedica della Città Universitaria, ai Cavalieri di Malta, al Forlanini, al Buon Pastore ed a San Remo nel convalescenziario.
Arrivò il 25 luglio del 1943 e intuì che bisognava agire, diede la sua adesione per le formazioni delle bande partigiane che operavano nell’ Italia Centrale, arrivò l’8 Settembre e gli fu assegnato il grado di commissario del Movimento Comunista d’Italia. Unitamente al Cap. Aladino GOVONI, con cui era legato da stretta amicizia, ed ad altri, prese parte ad azioni di sabotaggio contro autocolonne tedesche, studiò un piano di difesa della città di Roma, con l’aiuto solo delle forze interne, piano che fu accettato e che sarebbe stato attuato al momento giusto, svolse intensa attività antifascista ed antinazista in collaborazione con i numerosi compagni, dimostrando di possedere qualità di animatore di organizzatore. Era il primo caso di un tenore comunista.
Il 24 gennaio del 1944, di ritorno da Anzio, dove aveva incontrato militari alleati, mentre si stava recando al luogo di riunione del Comitato Direttivo del Movimento, in Via S. Andrea delle Fratte, si rese conto di essere seguito da uno sgherro della Banda Koch, nel tentativo di depistarlo cambiò strada e lo affrontò fisicamente. Ma lo sgherro fu raggiunto dai suoi compari, che lo caricarono su una macchina, all’altezza di Piazza Mignanelli. Condotto in Via Tasso, fu seviziato, colpendolo in quello a cui più teneva, il torace.
Il 24 febbraio del ’44, fu processato unitamente ai suoi compagni di fede: Govoni, Pisino, Guidoni, Lombardi e Sabatini.
Il Tribunale Speciale Tedesco, che aveva sede in Via Lucullo, li condannò tutti a severe pene detentive di carcere duro da scontare in Germania. Tale sentenza però fu respinta dal Maresciallo Kesserling, che riteneva tale condanna non appropriata ai fatti addebitati agli imputati, ed ordinò che venisse riaperto il giudizio. Dopo la sentenza, lo Stame fu trasferito a Regina Coeli, III° braccio cella 378.
All’atto della revisione del processo, tutti i condannati ad eccezione del Sabatini, erano stati trucidati alle Ardeatine, per cui alla seconda istanza, voluta da Kesserling, fu inviato solo l’unico superstite, il quale si vide tramutata la condanna nella pena di morte. La sentenza fu eseguita il 3 maggio 1944. (ANFIM Roma)
N. a BOLOGNA 1919? (anni 25 ?) – I 16
Sottotenente dell’Aeronautica, nel periodo della clandestinità militò nel Fronte militare clandestino. Svolse delicate missioni riguardanti sopratutto gli aereoporti come rilevare tracciandone delle mappe, dove fossero gli apparecchi tedeschi, nonchè mappe dove erano situati gli aereoplani inglesi.
Il 4 febbraio del 1944, a Roma, presso l’albergo S.Giorgio, fu arrestato dalle S.S. che sapevano i documenti che possedeva e di quale rilevanza fossero. Condotto a Regina Coeli, fu sottoposto ad estenuanti interrogatori al fine di ottenere la documentazione che comunque non riuscirono a rintracciare. (ANFIM Roma) Martiri che hanno prestato servizio nella Regia Aeronautica
N. a ROMA il 27 settembre 1903
Appartenente all’organizzazione militare delle Brigate Garibaldi, dall’ottobre del 1943, la sua bottega di falegnameria, nel quartiere di Torpignattara, veniva anche usata quale deposito di stampa clandestina e di armi. Per delazione fu arrestato da una decina di S.S. che, fecero irruzione nella sua bottega il 12 marzo del ’44. All’atto dell’arresto, dopo una minuziosa perquisizione, fu trovato materiale clandestino.
Introdotto in una macchina, fu portato prima in Via Tasso ed il giorno successivo a Regina Coeli, cella 349. (ANFIM Roma)
Apparteneva all’organizzazione dei G.A.P., ed era il capo dell’ VIII zona.
Il comando dei GAP, aveva saputo che un ufficiale italiano al servizio delle S.S., che aveva fatto arrestare molti partigiani di varie zone di Roma, il 14 marzo del ’44 sarebbe partito per il Nord.
La squadra ebbe il compito di fare giustizia di quel vile traditore.
Mentre Fiorentini insieme ad Angelini, Camisotti e Sbrolli, si stavano recando in Piazza Fiume con il tram, all’altezza della Caserma Macao, il tram fu fatto fermare dai tedeschi che, armi alla mano fecero scendere i passeggeri.
Un spia italiana che era con i tedeschi, indicò i gappisti da arrestare. Vennero legati e caricati su un camion. Fiorentini fu condotto a Regina Coeli, dove rimase per tre giorni nella cella n. 388, successivamente fu trasferito in Via Tasso. (ANFIM Roma)
Il Sonnino Angelo venne arrestato perchè era di “razza ebraica”. Le condizioni psichiche ottime. Nessuna notizia sulla sua catturaPersonale Civile Regia Aeronautica
N. a Roma il 29 settembre 1920
I caduti Bucci padre e figlio sono l’esempio del vivere uniti sino alla morte. Umberto, il padre una forte onesta figura di lavoratore; veniva dal popolo e possedeva un’anima pura, tesa verso gli ideali del dovere e dell’onore.
Bruno il figlio, ardente come tutti i giovani, educato dal padre a considerare il dovere come condizione suprema dell’esistenza umana.
Attivissimi collaboratori delle squadre armate del Partito d’Azione – Giustizia e Libertà – durante il periodo clandestino. Già prima avevano svolto un ottima opera di propaganda e di organizzazione specie nella terra natia di Umberto a Lucera.
Furono arrestati nella propria abitazione il 3 febbraio del 1944, dalla banda Koch, su delazione.
In casa furono trovati giornali e stampati del Partito d’Azione. Sempre insieme, furono condotti nella prigione di Regina Coeli cella 577. (ANFIM Roma)