I rapporti della polizia sulle “giornate calde”

Roma1943

Nei giorni immediatamente successivi al 25 luglio l’Italia fu percorsa da un’ondata di manifestazioni e di agitazioni. Fra le autorità pubbliche centrali e quelle periferiche vi fu uno scambio di dispacci, rapporti e istruzioni che, seppure in modo sintetico, possono fornire un’idea del clima concitato di quelle giornate. Inoltre, molti movimenti vissuti fino allora nella clandestinità uscirono dall’ombra, distribuendo alla popolazione volantini inneggianti alla libertà riconquistata. I brani qui pubblicati sono tratti da L’Italia dei quarantacinque giorni, per gentile concessione dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia.

Il prefetto di Milano, Uccelli, al gabinetto del ministero dell’Interno e alla direzione generale di ps. Milano
26 luglio 1943, ore 21.30

Nomina capo governo maresciallo Badoglio appresa popolazione ieri sera col giornale radio ore 23 ha provocato immediate dimostrazioni popolari che si sono protratte per tutta la giornata. Una manifestazione si è svolta dinanzi Palazzo Reale.
S.a.r. il conte di Torino affacciatosi ha rivolto alla folla brevi parole. Sono stati incendiati alcuni gruppi rionali danneggiato covo, guf et sindacato commercio. Lamentansi atti violenza contro altre sedi gruppi fascisti negozi gestiti squadristi et abitazioni alcune personalità fasciste. Tentativi invasione carceri et contemporanea ribellione detenuti comuni sono stati impediti forza pubblica et esercito. Finora sono segnalati tre morti et trentuno feriti arma fuoco et taglio durante manifestazioni odierne.
Servizi tranviari hanno dovuto sospendere circolazione nel tardo mattino per danneggiamento et imposizione dimostranti. Maggior parte industria pesante si è astenuta dal lavoro.

Il capo della polizia, Senise, ai prefetti e al questore di Roma.
Roma, 27 luglio 1943, ore 15,45

Attuali agitazioni assumono qua e là tendenza comunista. Masse operaie intenderebbero secondo notizie fiduciarie prossima notte oppure notti successive occupare mano armata uffici pubblici. Pregasi prendere opportuni accordi con autorità militare per stroncare con qualsiasi mezzo eventuali tentativi del genere.

Il ministro dell’Interno, Fornaciari, ai prefetti e al questore di Roma. Roma, 27 luglio 1943

E’ necessario agire massima energia perché attuale agitazione non degeneri in movimento comunista o sovversivo. Occorre far rispettare tutti costi ordinanze autorità militari che vietano assembramenti, impedire assalti a cittadini et abitazioni et manifestazioni sovversive in genere anche se si debba ricorrere uso armi. Occorre anche sequestrare subito giornali che eccitino comunque spirito pubblico. Impiegare tutta l’energia per il bene della patria.

Il prefetto di Milano, Uccelli, al ministro dell’Interno, Fornaciari. Milano, 27 luglio 1943, ore 16

Per giudicare situazione che va insuperbendosi (sic) Milano est inopportuno fermarsi soltanto considerare episodi cronaca nera. Elementi sovversivi vanno organizzando la caccia all’uomo, si colpiscono vecchi fascisti et gerarchi, si minacciano industriali et cellule sovversive agiscono apertamente. Si sono saccheggiate, incendiate case fascisti et privati cittadini. Il Corriere della Sera oggi fatto sequestrare con fermo su gerente contiene una prova che è il più spinto strumento alla lotta di classe e al processo al passato regime. Questo giornale ha pubblicato stamane la notizia di una riunione et di un appello dei partiti sovversivi comunismo in testa. Nelle piazze milanesi hanno ieri arringata la folla scaturita da ogni più bassa sentina uomini di fede sovvertitrice a cominciare da comunista Giovanni Roveda et dal figlio di Amendola. Vie della città sono state intitolate ai nomi di Matteotti, di Amendola et compare sugli abiti di donna in blusa rossa et sul petto di uomini emblema falce e martello. Occorre stroncare con la massima energia queste odiose dolorose congiure contro la patria.

II questore di Forli, Bentini, al gabìnetto del ministero dell’Interno e alla direzione generale di ps, Forlì.
27 luglio 1943, ore 16,35

Pomeriggio ieri trascorso questo capoluogo abbastanza tranquillo esclusione isolati atti violenza contro elementi (manca) et irruzioni qualche abitazione privata. At Cesena Rimini et altri comuni provino eia situazione quasi normale solo a Meldola est stato invaso municipio. Stamane a Forlì presso tutti stabilimenti, operai si sono astenuti lavoro et inscenavano manifestazioni piazza at carattere sovversivo recando un cartello con fotografia Matteotti e con scritte centro prosieguo guerra e contro tedeschi. Violenze dimostranti anche facendo uso armi at salve si sono potute parzialmente contenere. Grossi gruppi dimostranti sopraffatta forza pubblica si sono riversati piazza Maggiore città ove vari oratori hanno parlato. Hanno poi sostato lungamente piazza e gridato pace e via i tedeschi. Si lamenta invasione locale ospedale civile ove est stato gravemente ferito direttore amministrativo squadrista. Durante tafferuglio sono stati feriti arma fuoco at arti inferiori due dimostranti. Autorità prefettizia est impossibilitata esercitare sue funzioni perché funzionari vari enti specie alimentazione intimoriti reazione disertano uffici. Situazione est grave né vi è alcun sintomo che operai riprendano lavoro.

II prefetto di Bologna, Letta, al gabìnetto del ministero dell’Interno e alla direzione generale di ps. Bologna.
27 luglio 1943, ore 19,10

Oggi maestranze operaie si sono astenute in gran parte dal lavoro. Secondo notizie confidenziali elementi comunisti dovrebbero procedere stanotte occupazione principali uffici pubblici. Molti episodi fanno pensare ad un affiatamento sospetto fra popolazione e soldati incaricati mantenimento ordine pubblico. Agricoltori vengono invitati non consegnare più grano ammasso. Carattere comunista movimento si accentua sempre più con netta tendenza antigermanica.

Il prefetto di Milano, Uccelli, al gabinetto del ministero dell’Interno. Milano, 27 luglio 1943, ore 22,30

Situazione ordine pubblico si est oggi aggravata. Sospensione lavoro in molti stabilimenti Milano et Sesto San Giovanni, larga diffusione manifestini, assembramenti et tentativi dimostrazione avanti stabilimenti e pubbliche piazze mostrano palesemente intenso lavoro organizzazione masse per coordinare movimento con unità indirizzo sovversivo. In molti punti della città folti gruppi scalmanati hanno svaligiato appartamenti, cantine, negozi sotto pretesto rappresaglie contro fascisti. Truppa ha dovuto fare uso armi. Lamentansi diversi feriti fra cui alcuni militari. Sparatorie continuano nella sera con vivo allarme popolazione. Decorsa notte detenuti comuni carceri Milano appiccarono incendi subito domati vigili fuoco. Truppa intervenne facendo uso armi. Carcere danneggiato et affollato non può accogliere altri detenuti. Sollecitato sfollamento. Forza attualmente disposizione comando militare è insufficiente. fronteggiare eventi.

Il capo della polizia, Senise, ai questori.
Roma, 28 luglio 1943, ore 13,15

Vengono messe in circolazione con lo scopo evidente di turbare l’ordine et di deprimere lo spirito pubblico disparate notizie prive di fondamento quali quelle del suicidio del Fuhrer della avvenuta firma dell’armistizio et simili. Vi invito a procedere con la massima energia et prontezza a carico dei propagatori di dette notizie et a far rispettare rigorosamente norme relative divieto assembramenti.

Il questore di Napoli, Lauricella, al capo della polizia, Senise.
Napoli, 28 luglio 1943

Il completo capovolgimento della situazione politica interna creatasi con le dimissioni dell’ecc. Mussolini ha fatto affiorare passioni da tempo compresse. La maggioranza dei cittadini ha espresso il suo giubilo per il fatto che il comando militare degli eserciti operanti è stato assunto dalla maestà il re e che a capo della vita politica nazionale è stato chiamato il maresciallo Badoglio. Il colpo di scena ha vivamente disorientato i fascisti che vivevano più vicini ai gerarchi e alla organizzazione del partito fascista e li ha profondamente abbattuti. Non si notano fra essi segni alcuni di riscossa.
Devo subito aggiungere che all’entusiasmo del primo giorno, determinato oltre che dalla caduta del governo mussoliniano dall’immediata speranza di pace, giacché la propaganda avversaria aveva condizionata la cessazione delle ostilità alla estromissione del capo e degli esponenti fascisti, è subentrata una certa irrequietudine per il fatto che si comincia a comprendere che la guerra continuerà forse con maggiore asprezza.
Il movimento verificatosi fra i cittadini non è stato eccessivamente imponente. Si sono avute piccole manifestazioni capitanate principalmente da vecchi vigilati politici, da donne e da ragazzi. Qualche volta, specie in paesi della provincia, le case del fascio sono state raggiunte e sconvolte. La sede del giornale Il Mattino è stata oggetto di tentativo di occupazione da parte di un capitano della r. aeronautica e di tre militari della stessa arma, ma il fatto non ha avuto seguito per il pronto intervento della forza pubblica. Quello che più ha impressionato è che la stampa ha da un giorno all’altro assunto toni del tutto opposti a quelli del giorno precedente e che ciascuno si crede ormai libero di manifestare le proprie idee e di propagandare i propri principi siano essi socialisti, cattolici, liberali, comunisti, anarchici.
In complesso si nota un preoccupante disorientamento della opinione pubblica e qualcuno nota come il fronte interno sia rimasto fortemente incrinato dopo gli eventi degli ultimi giorni. A ciò contribuisce anche il fatto che l’autorità militare è stata colta alla sprovvista e per ora cerca di attuare come può le disposizioni del “bando di cui al modello prefisso dall’autorità centrale. Le prescrizioni stesse hanno avuto finora relativa applicazione.
L’approvvigionamento annonario ha subito forti scosse ed è risentita in modo sensibile la rarefazione dei generi alimentari.
Sono stati disposti servizi di prevenzione e di vigilanza su larga scala e non manco di seguire la situazione di ora in ora artiglierie contro fabbricati reparti predetti se operai non obbediscono intimazione ripresa lavoro.

Il comandante della difesa territoriale di Torino, Adami Rossi, al comando zona militare di Novara, al comando divisione « Rovigo », al comando legione CCRR, alla questura e al prefetto di Torino.
Torino, 29 luglio 1943

L’abbandono del lavoro o l’astensione dallo stesso incrociando le braccia, oltre ad essere una contravvenzione alla mia ordinanza del 26 corrente, è una forma di ostruzionismo e di boicottaggio al lavoro per la produzione di guerra ed un vero e proprio tradimento della nazione in guerra. Di conseguenza non appena tale astensione si manifesti, occorre sia stroncata. Si intimi la ripresa immediata del lavoro dando cinque minuti di tempo, avvertendo che se il lavoro non sarà ripreso, sarà imposto con la forza. Se allo scoccare del quinto minuto continuerà l’astensione , si faccia fuoco con qualche breve raffica, non sparando in aria o per terra, ma addosso ai riottosi. Dopo la raffica, ripetere per una volta l’intimazione e, non ottenendo lo scopo, sparare raffiche, a piccola distanza l’una dall’altra sino ad ottenere lo scopo, ossia l’esecuzione dell’ordine.

Il capo della polizia, Senise, ai questori e ai dirigenti zone Ovra. Roma, 29 luglio 1943

Seguito circolare 27 corrente n. 46643 comunicasi che dovranno essere immediatamente
liberati anche internati italiani sia campi concentramento sia comuni liberi cui confronti provvedìmento è stato adottato per attività politica non, ripetesi non, riferentesi comunismo et anarchia aut spionaggio aut irredentismo et non, ripetesi non, trattisi allogeni Venezia Giulia et territori occupati. Con analoghi criteri dovranno farsi cessare vincoli “ammonizione confronti ammoniti politici. Dovranno inoltre essere liberati ebrei italiani internati aut confinati che oltre non avere, svolto attività politica come sopra non abbiano commesso fatti speciale gravità.
Questori competenti per giurisdizione sono pregati comunicare presente circolare a direttori colonie confino et campi concentramento.

Il prefetto di Viterbo, Di Castri, al gabinetto del ministero dell’Interno e alla direzione generale di ps. Viterbo.
29 luglio 1943, ore 12,35

Circa ore 9,45 di oggi colonna composta quaranta autocarri con a bordo militi nazionali armati provenienti viterbese dirigevansi verso Roma al canto di inno «Giovinezza» determinando grida di «Abbasso il re».

Il prefetto di Bologna, Letta, al gabinetto del ministero dell’Interno e alla direzione generale di ps, Bologna.
1 agosto 1943, ore 13

Rinvenuti stamane manifestini a firma partito liberale partito democratico cristiano partito d’azione partito socialista movimento unità proletaria partito comunista intitolati «lavoratori del braccio e del pensiero» datati Bologna 30 luglio 1943 invitanti operai at interrompere ogni giorno lavoro ore 10 per esprimere volontà pace et libertà. Disposto opportune misure.