La Compagnia Partigiani “Bianconcini-Folgore”
Il Rgt. “Nembo”, sin dall’occupazione del Settore della Val Santerno, aveva trovato l’abitato di Borgo Tossignano occupato da un robusto nucleo di valorosi partigiani Imolesi.
Il Comandante del Gruppo fu ben lieto che questi elementi pratici della zona continuassero a rimanere nelle posizioni fino allora tenute, posizioni che costituivano il punto di contatto fra lo schieramento di sinistra e di destra in Val Santerno.
Opportunamente inquadrati, regolarmente riforniti di viveri, munizioni e vestiario, questi partigiani che già avevano battezzato la loro formazione col nome di un loro Caduto: “Bianconcini” – furono successivamente costituiti regolarmente in Compagnia partigiani “Bianconcini – Folgore”.
Massimo fu l’accordo ed il senso altissimo di comprensione che, fin dai primi giorni, affratellò i partigiani ed i Paracadutisti.
Essi vissero uniti fino alla liberazione di Imola.
Per tutto questo periodo condivisero ansie e pericoli, fatiche e rischi di linea, azioni di pattuglia ed operazioni di guerra. Furono tormentati dalle stesse preoccupazioni nei riguardi delle loro famiglie al di là della linea e nutrirono le stesse speranze per l’avanzata imminente ed infine – insieme gioirono nell’entusiasmo del successo.
Alcuni loro Caduti, anche dopo la morte al fianco dei Paracadutisti ai quali rimasero legati nell’estremo Sacrificio, riposano oggi nella quiete del Cimitero di Guerra del “Folgore” a Castel del Rio. (Roberto PODESTÀ)
(Da: Il Secondo Risorgimento d’Italia, Anno I n.6-7-8 giugno, luglio, agosto 1992)