Le “BANDE”
La Banda “ASMA” si è costituita nel dicembre 1943 per la fusione dei Gruppi di Resistenza “Guidonia” e “Sicilia” .
Il Gruppo “Sicilia”, di cui erano animatori il Capitano Vittorio URSO ed il Tenente Rocco VALDES, si era costituito sin dall’ottobre 1943, prevalentemente con militari dell’Aeronautica della Sicilia, ripiegati – in seguito allo sbarco alleato in quell’Isola – fino a Benevento, ove li colse l’armistizio dell’8 settembre. Questo Gruppo, fin dall’inizio, costituì un embrionale servizio informativo, mantenendosi in collegamento con un altro Gruppo di Resistenza di stanza a S. Donato Val di Comino, a circa 56 Km. da Frosinone, anch’esso formato da personale della disciolta Aeronautica della Sicilia.
Il Gruppo “Guidonia”, forte di circa 70 persone, si era costituito agli ordini del Colonnello Giuliano MONTELUCI, affiancato dalla valida collaborazione del Capitano Antonio NOERA, con elementi della disciolta D.S.S.E. (Direzione Superiore Studi e Esperienze). Successivamente, a questi Gruppi, altri se ne aggiunsero, formati da personale residente a Roma, tanto che allo sbarco alleato ad Anzio la Banda Asma contava oltre 200 unità. La Banda prese il nome dalle iniziali del suo Comandante (Colonnello Vittorio ASCOLI MARCHETTI). Continuando nell’attività già svolta dai due Gruppi anzidetti ed in attuazione del programma impostosi, la Banda si dedicò principalmente alla propaganda, all’assistenza, al servizio informazioni, al controspionaggio ed ai collegamenti radio con le Bande esterne.
Notevole l’attività svolta per il recupero di prezioso materiale tecnico dell’Arma.
Dopo la proclamazione della Repubblica Sociale i militari dell’Aeronautica residenti in Bracciano, allo scopo di meglio resistere alle pressioni fatte dai nazi-fascisti affìnchè aderissero alla nuova aviazione, si costituirono a gruppo di resistenza.
Da questa decisa volontà di non asservirsi al nemico nacque la Banda “Braccio”, così chiamata dal nome di copertura del suo Comandante Maggiore G.A.r.i. Domenico MONTANARI.
Nei primi tempi l’attività della Banda fu limitata ad una intensa opera di propaganda, che portò all’incorporazione di nuovi elementi e di un gruppo formatosi nella zona di Manziana agli ordini del Tenente Emilio LARI.
Entrato successivamente a contatto con il Maggiore Massimo GIOVANNOZZI, il Maggiore MONTANARI aggregò la sua Banda al Fronte Clandestino Aeronautico di Roma, dal quale ebbe anche i primi aiuti in denaro che gli permisero di iniziare una discreta attività assistenziale.
Lo svolgimento dell’attività di Banda presentò, fin dall’inizio, gravi difficoltà, dovute principalmente al continuo controllo che la polizia nazi-fascista poteva operare su tutti gli elementi dell’Aeronautica, molto noti in quella zona (Bracciano conta 6000 anime e Manziana poco più di 2000).
Grave pericolo corsero – gli organizzati della Banda “Braccio” nel dicembre 1943, in seguito alla minacciosa azione del Tenente Ferruccio BRESCIANI, dell’aeronautica repubblichina che, ripetutamente e con pubblici discorsi tenuti in Bracciano, incitò i fascisti del luogo a decise rappresaglie contro i militari dell’Aeronautica che non avevano aderito ai bandi di chiamata e contro le loro famiglie. La minaccia fu sventata per l’immediato interessamento del Comando Fronte, che riuscì a far trasferire il BRESCIANI.
Il programma operativo che si proponeva la Banda dovette essere in parte cambiato e limitato, allo scopo di non esporre gli abitanti della zona a feroci rappresaglie, i cui si erano avuti tristi esempi nelle zone vicine ed anche per il fatto che gli ufficiali erano personalmente controllati e pedinati dalla polizia, che operava continue retate tra gli abitanti, allo scopo di procacciare mano d’opera per il servizio del lavoro. Il Comando Banda dovette quindi limitarsi ad una attività puramente difensiva ed assistenziale nei riguardi dei propri organizzati; tuttavia, nel campo operativo, fu svolto dal febbraio 1944, un proficuo servizio di informazioni nella zona compresa tra Tarquinia e Maccarese, fino alla linea tattica Fabbrica di Roma-Cesano.
In favore del personale si dovette organizzare un servizio tendente a raccogliere e conoscere preventivamente tutte le notizie sulle richieste di mano d’opera per il servizio del lavoro obbligatorio e le liste nominative compilate a tale scopo dalle autorità locali.
Conseguentemente la Banda avocò a sè il duplice compito di fare allontanare i ricercati e di agevolare la fuga di coloro che, presi nelle retate, erano adibiti ai lavori di riattamento stradale. Gli elementi allontanati erano appoggiati agli incaricati del Servizio Informazioni dislocati in Ladispoli, Tolfa, Manziana, ed altri centri della zona controllata dal Servizio stesso.
I risultati conseguiti nel campo informativo sono stati soddisfacenti in specie per la segnalazione di notizie sugli aeroporti, sulle fortificazioni, depositi di materiale, accantonamenti truppe e sul traffico stradale del nemico.
Il servizio era organizzato con informatori locali, opportunamente dislocati, e con corrieri incaricati di mantenere il collegamento tra i predetti informatori ed il Comando della Banda. Informazioni sono state anche fornite da un sottufficiale austriaco il quale, entrato in rapporti con il Maresciallo Aldo BIANCHI diede prova di decisi sentimenti anti-nazisti tanto che, al momento dell’occupazione di Bracciano da parte degli Alleati, disertò il proprio Reparto, dandosi volontariamente prigioniero.
Tutte le informazioni venivano trasmesse, a mezzo corriere, al Comando del Fronte Clandestino, mercè lo spirito di sacrificio degli agenti informatori che, ai disagi personali ed ai gravi pericoli per le loro persone e per i loro congiunti, aggiunsero i rischi dei continui bombardamenti e mitragliamenti aerei, si poterono raccogliere numerose notizie di notevole importanza, tra le quali sono da segnalare:
– ubicazione dei depositi di munizioni e carburanti e decentramento dei velivoli presso i tre Aeroporti della zona di Ronciglione-Fabbrica di Roma;
– attività dell’Aeroporto di Tarquinia, usato come trampolino dagli aero-siluranti dell’aviazione fascista repubblicana di base nell’Italia Settentrionale;
– ubicazione dei magazzini germanici di viveri nella zona di Gallicano;
– postazioni di artiglierie nei pressi della rotabile Tolfa-Civitavecchia;
– depositi di munizioni in località Rota (tra Manziana e Tolfa) ed in prossimità della rotabile Bassano-Sutri;
– postazioni di artiglierie e fortificazioni campali in prossimità della costa tirrenica, tra Palo e Cerveteri e tra Civitavecchia e Tarquinia.
Sia durante la fase organizzativa della Banda, che nello svolgimento del servizio informazioni, il Maggiore MONTANARI ha avuto ad attivi e diretti collaboratori: il Tenente Francesco DI GIOVANNI ed Emilio LARI ed i Marescialli Aldo BIANCHI e Giuseppe VENOSA.
La Banda “Cattapani”, si costituì nel novembre del 1943 ad iniziativa del Generale Ulisse LONGO.
Nata col nominativo “Perez” – dal nome di copertura del Comandante – nel marzo 1944, in seguito a delazioni avute fra il personale inquadrato, prese il nominativo “Cattapani” che mantenne poi per tutto il corso della lotta clandestina, senza che nella sua attività di comando si verificasse alcuna soluzione di continuità.
Il programma della Banda riassumeva le direttive fondamentali fissate dal Comando Fronte, fin dalla sua costituzione, con particolare riguardo alla attività operativa, all’organizzazione, all’assistenza del personale ed ai collegamenti, vita delle organizzazioni clanestine.
Il massimo sviluppo della Banda, fu raggiunto nel febbraio 1944, con una forza di oltre 600 uomini, inquadrati nei seguenti Gruppi:
Gruppo Comando;
Gruppo Campa – Comandante Tenente Colonnello CAMPANELLI Ugo:
Gruppo Giorgini – Comandante Maggiore DE GIORGI Rodolfo;
Gruppo Mariluzzi – Comandante Colonnello LlUZZI Oronzo;
Gruppo Remora – Comandante Capitano REMORINO Alberto ;
Gruppo Riga – Comandante Capitano REGHINI Mario;
Gruppo Torre – Comandante Tenente Colonnello TORRISI Giuseppe;
Gruppo Vitalis – Comandante Maggiore DE VITO Giovanni;
Gruppo Viti – Comandante Tenente Colonnello TABOCCHINI Vincenzo.
All’atto dello sbarco alleato ad Anzio, nel gennaio 1944, la Banda “Cattapani” fu mobilitata. Nell ‘incertezza della situazione e per un pronto impiego di essa, furono costituite squadre di occupazione, nonchè un reparto per azioni d’assalto, agli ordini del Cap. Araldo DE ANGELIS, composto prevalentemente dagli Arditi paracadutisti dell’Aeronautica che già, all’8 setternbre, avevano combattuto contro i tedeschi agli ordini dello stesso Ufficiale.
Della Banda sono stati arrestati, perchè sospetti di attività clandestina, il Ten. Col. Giuseppe TORRISI, il Ten. Francesco VASON, il Ten. Luigi ILLE, il Ten. Ard. paracad. Alberto CINQUEPALMI, il Sottoten. R.E. paracadutista Eolo ZACCARIA, il Sottoten. Gioacchino GEREMIA, l’Asp. All. Ufficiale Giorgio NICCOLI, il Maresc. Guerino URBANI, il Serg. paracad. Paolo RUTIGLIANO, il l° Aviere Ard. paracad. Colombo CALVETTA, il Caporale paracad. Aldo ROMERO, i fratelli Andrea ed Edmondo LUCARELLI ed il Sig. Luigi BELARDONi.
Degli arrestati, qualcuno è riuscito ad evadere. Qualche altro è stato messo in libertà all’arrivo degli Alleati. Paolo Rutigliano e Aldo Romero, dopo atroci torture furono fucilati ad Ardea. Alla loro memoria è stata proposta la medaglia d’Oro “sul campo”.
Il 9 settembre 1943, ad opera di alcuni elementi della Gruppo “Lauria”, in collaborazione con un reparto di Granatieri, disarmarono ben 50 tedeschi in zona Torre Maura ed il pomeriggio del giorno successivo, resero inutilizzabili gli aeroplani e le attrezzature aeroportuali di Centocelle. Sabotaggio per il trasferimento al Nord del materiale Direzione telecomunicazioni e dei Magazzini di Commissariato. Nel pomeriggio del 4 giugno, alcuni Patrioti del Gruppo Lauria organizzarono, con un esponente del PCI, un’azione offensiva contro le retroguardie tedesche nei pressi della cave Ardeatine.
Formatasi nel novembre del 1943, dalla fusione di vari Gruppi di resistenza, la Banda “Elena”, raggiunse il suo massimo sviluppo nel febbraio 1944, con una forza di circa 300 uomini.
Operò agli ordini del Generale D. A. Giuseppe BIFFI, che si valse della collaborazione dei sottoelencati Ufficiali:
– Colonnello pilota BERNARDI Loth;
– Colonnello pilota PELLACCI Ettore;
– Colonnello pilota GIRAUDO Rossi;
– Tenente Colonnello pilota ROSSI Aldo;
– Maggiore C.C. T.C. LAURIA Roberto;
– Capitano pilota PIVA Pietro;
– Capitano pilota GUGLIELMETTI Pietro.
comandanti dei Gruppi che, con la loro fusione, avevano dato vita alla Banda.
Dopo il suo inquadramento nei Reparti del Fronte, la Banda migliorò la sua organizzazione interna, potenziando e e meglio coordinando l’attività dei Gruppi dipendenti. I compiti furono suddivisi a seconda della forza e delle possibilità dei Gruppi, con particolare riguardo alla capacità individuale dei gregari.
Da questo nuovo coordinamento, scaturì anche un’altra grande forza: i singoli non si sentirono più soli, ma inquadrati in un reparto più grande, protetti, assistiti, diretti: fu questa la grande, la vera forza che cementò i gregari di questa banda, che tanto contributo di attività diede alla lotta clandestina di Roma.
Il Servizio informazioni è stato ripartito fra i vari gruppi della Banda, a seconda degli uomini disponibili e delle loro particolari conoscenze topografiche:
Gruppo PIVA : Zona Montesacro (Ponti sul fiume Aniene). Fornitura di dettagliate notizie sul traffico della Via Nomentana.
Gruppo LAURIA : Zona Centocelle Controllo attività Aeroporto. Nel marzo 1944 si è avuto un traffico di oltre 80 aerei giornalieri. A presidio del campo oltre 500 uomini.
Gruppo GUGLIELMETTI : Zona Flaminio. Segnalazione traffico Via Flaminia, con riguardo ai mezzi corazzati e alle artiglierie in transito per Roma.
Gruppi GIRAUDO e ROSSI : Zona Bracciano e Nord di di Roma. Accertamento dei depositi di carburante.
La caratteristica di questa Banda è data dal fatto che essa a differenza delle altre Bande composte da personale sbandatosi all’8 settembre 1943 e successivamente radunatosi intorno ai vecchi ed ai recenti comandanti – si costituì con la quasi totalità dei militari dell’Aeroporto del Littorio e dei reparti del S.A.S. ivi dislocati, senza alcuna soluzione di continuità nel comando.
L’attività contro i tedeschi ebbe inizio la mattina del 9 settembre 1943 con un combattimento contro le forze germaniche che avevano tentato di catturare gli automezzi dell’Aeroporto del Littorio, dislocati lungo la via Salaria, sotto Villa Savoia. Il personale dell’Aeroporto guidato dal Comandante, Colonnello Angelo FEDERICI, ed appoggiato da un Reparto di Bersaglieri, sostenne un lungo ed aspro combattimento, alla fine del quale il nemico, sopraffatto, si ritirò lasciando sul terreno morti e feriti.
Le armi catturate, unitamente a quelle recuperate nell’aeroporto, furono nascoste in un padiglione dell’ Ala Italiana. Qualche tempo dopo, forse in seguito a delazione, le armi furono ritrovate e sequestrate dalla polizia germanica.
Per i fatti d’arme del Littorio i tedeschi, dopo l’occupazione di Roma, richiesero al Comando Città Aperta un rilevante numero di ostaggi.
Il Comando Aeroporto dopo i fatti suddetti, acquistò tutte le caratteristiche di un Comando di “Banda”, ed ebbe la sua prima sede clandestina nello scantinato della scuola “Sandro Mussolini” – occupata da reparti della Divisione “Piave” – e, in seguito – dopo il disarmo di questa a via del Tritone n. 201.
Prima preoccupazione del Comando fu l’assistenza al personale: assistenza che si estrinsecò, in un primo momento, con un proficuo aiuto in alimenti, usufruendo dei viveri recuperati dall’aeroporto, e con il rilascio di congedi o di altri documenti militari a quasi tutto il personale, in ispecie a quello che doveva o voleva lasciare Roma.
Diminuita così la massa del personale, si provvide ad un organico inquadramento degli uomini rimasti, ed alla precisazione dei compiti e delle finalità che la nuova Organizzazione si proponeva .
Non era però cessata l’attività operativa della Banda che, oltre a piccoli colpi di mano compiuti al Littorio, da personale particolarmente pratico della zona, allo scopo di recuperare quanto si poteva di viveri, armi e munizioni, cercava di disturbare l’attività tedesca con eventuali atti di sabotaggio su attrezzature logistiche e mezzi tanto che, nell’ottobre 1943, gregari della Banda, riuscivano a sottrarre due autocarri (già della “Piave”), consegnati successivamente alla R. Guardia di Finanza di Viale 21 Aprile. Nella convinzione che l’arrivo degli Alleati fosse imminente e che, pertanto, presto si sarebbe dovuto rioccupare l’aeroporto, il Comando Banda dispose, fin dai primi giorni, un accurato servizio di sorveglianza nei suoi dintorni : servizio, al quale concorsero vari elementi fra i quali il 1° Aviere Carlo RUSSO e l’operaio temporaneo Enrico GABELLINI.
Nel mese di dicembre la Banda fu agganciata al Fronte Clandestino dell’Aeronautica, e prese il nominativo “Federico”, dal nome di copertura del Comandante.
Pur attenendosi alle direttive del Comando Fronte, la Banda “Federico” conservò una certa autonomia di azione. Aiuti reciproci con altre Bande come la “Mosconi” e la “CC.RR.”. Cessione di farina alla Banda “CC.RR.” e la fornitura di lasciapassare tedeschi per il rientro a Roma dei Carabinieri di Barbarano Romano (VT) ricercati dalla polizia repubblichina. Assistenza al personale, distribuzione di viveri, sabotaggio allo Scalo del Littorio, fornitura di documenti falsi militari e civili, assistenza sanitaria per il personale inquadrato, distribuzione di carte annonarie falsificate.
La Banda di patrioti della zona di Montecelio-Guidonia, si costituiva in forma organica, con un effettivo di oltre cento uomini, verso la metà del mese di novembre 1943, ad opera del Capitano Pierino FERRARIS.
Essa era composta in gran parte da personale dell’Aeronautica – militare e civile – all’’8 settembre in servizio presso l’Aeroporto e il Centro Sperimentale di Guidonia, affiancato da volenterosi abitanti del luogo.
Nei giorni che seguirono l’armistizio i militari dell’Aeroporto, presaghi forse di dovere un giorno non lontano combattere contro i nuovi nemici, di propria iniziativa preferirono nascondere le armi piuttosto che consegnarle ai tedeschi. Fu così nascosto un forte quantitativo di armi e munizioni, fra cui sette mitragliatrici pesanti, cinque fucili mitragliatori, settanta moschetti ed un rilevante numero di bombe a mano.
La costituzione della Banda tendeva principalmente ad un duplice scopo:
– al sabotaggio degli apprestamenti militari del nemico;
– alla creazione di una rete informativa nella zona Montecelio-Tivoli-Guidonia.
La Banda “Giovannotto” – così detta dal nome di copertura del suo Comandante – venne costituita nell’ottobre 1943, ad opera del Maggiore Massimo GIOVANNOZZI, con personale dell’ Aeroporto di Vigna di Valle.
All’atto della sua immissione al Fronte Clandestino (gennaio 1944), aveva raggiunto una organizzazione interna che le permetteva una certa indipendenza di azione. Era già in collegamento, per opera del Comandante, con il Colonnello MONTEZEMOLO, il Generale CAPPA, il Prof. PATRISSI, il Senatore MOTTA, allora Commissario per la Città di Roma e con l’Ambasciatore d’Inghilterra presso il Vaticano, Ecc. OSBORNE, attraverso il quale il Maggiore GIOVANNOZZI riusciva a realizzare il tanto auspicato collegamento con l’Intelligence Service.
L’attività specifica di questa Banda, composta di pochi ma scelti elementi, fu rivolta al potenziamento ed allo sviluppo del Servizio informazioni militari del Fronte.
In questo campo la Banda ha agito, o per le iniziative dei suoi gregari, o su richiesta del Comando Fronte, per ordine del – quale costituì anzi una rete informativa nella zona di Bracciano, affidandone poi lo sviluppo e la ulteriore esecuzione alla Banda “Braccio” di stanza in quella località.
Sempre su richiesta. del Comando Fronte sono state fornite continuamente notizie dettagliate relative all’attività degli Aeroporti di Palo, Palidoro, Ronciglione, Fabbrica di Roma (Radio Londra ha confermato un violento bombardamento in quest’ultima località).
Il servizio informazioni nella zona Magliana-Ponte Galera è stato affidato al Sottotenente Salvatore RUCCO.
Tutto il traffico della Via Portuense è stato mantenuto sotto stretto controllo, tanto che la precisione di alcuni bombardamenti aerei fece sospettare ai tedeschi che nella zona agissero informatori, sì da interrogare in tal senso vari abitanti del luogo, fra cui il Direttore della Sottostazione elettrica della Magliana.
Altri agenti della Banda, sono stati inviati nella zona di Ostia-Fiumicino, allo scopo di accertare l’effettiva consistenza e la precisa dislocazione dei Reparti della X Flottiglia Mas.
L’espletamento dell’attività informativa continuò anche dopo che un agente del Fronte segnalò che le S.S. erano state ragguagliate (da un rapporto del Tenente dell’aviazione repubblichina, Francesco BRESCIANI) sull’attività svolta alla Magliana dalla Banda “Giovannotto”.
Oltre alla predetta attività, la Banda ha al suo attivo: la costruzione di una radio-trasmittente, consegnata al Comando Fronte; l’attività d’assistenza al personale inquadrato, fatta dapprima con sovvenzioni avute da privati, poi con le assegnazioni di denaro avute dal Comando; la propaganda per la resistenza e la diffusione di stampe clandestine.
La Banda “Guerra” (così chiamata dal nome materno del suo Comandante, Generale Giuseppe Barba) si costituì ai primi del mese di novembre 1943, con elementi di ogni grado e specialità e di ogni provenienza, raggiungendo – alla liberazione di Roma – un totale di 400 uomini.
Trattandosi di personale proveniente da vari reparti, e quindi poco affiatato, l’organizzazione di questa Banda richiese qualche tempo, prima di potersi considerare ultimata. Superata questa prima fase, si passò subito all’assistenza del personale che – privo di mezzi – era fatalmente spinto a presentarsi alle autorità repubblichine.
Queste tristi condizioni, furono alleviate dai Gruppi, con provvide quanto tempestive iniziative, fra cui è da segnalare l’iniziativa del Gruppo “Da Milano” che istituì, in località Monte Sacro, uno spaccio cooperativo per la distribuzione di generi alimentari al personale inquadrato (il pane fu distribuito nella misura di mezzo chilo a persona, giornalmente). Tale spaccio funzionò ininterrottamente per tutto il periodo clandestino, e ne beneficiarono oltre che i gregari della Banda e le famiglie dei più bisognosi, anche i militari di altre Bande.
In seguito all’agganciamento della Banda al Fronte, si poté provvedere anche all’assistenza finanziaria, alla quale si dedicarono tutti i Gruppi con elargizioni di sussidi, in rapporto ai fondi assegnati, o a quelli eventualmente procurati da offerte private.
Il Comando Banda andò incontro valle varie necessità del personale provvedendo alla distribuzione di carte annonarie e di documenti civili e militari opportunamente falsificati – o rilasciate a persone inesistenti che valsero a regolarizzare apparentemente la posizione di molti militari.
L’attività operativa cui si dedicarono gli elementi della Banda “Guerra”, riguardò principalmente il Servizio Informazioni ed il Controspionaggio.
Elementi isolati del Gruppo “Giagheddu” e del Gruppo “Bianchi”, che operavano fuori di Roma, hanno effettuato attacchi contro automezzi tedeschi e interruzione di linee telefoniche germaniche. Si è anche avuto qualche scontro armato contro pattuglie tedesche isolate.
Particolare menzione va fatta per il Capitano Giulio VANNUTELLI che, con un Gruppo di uomini fidati, organizzò a difesa il paese di Bellegra per evitare distruzioni e razzie nell’interno dell’abitato. In vista dell’arrivo degli Alleati (4 giugno 1944), il Capitano Vannutelli varcò, con un Gruppo dei suoi uomini, la linea del fuoco, con lo scopo di comunicare tempestivamente tutte quelle notizie di carattere militare di cui era in possesso, relative alla forza dei tedeschi in ritirata .ed alle postazioni di artiglierie.
I compiti informativi sono stati portati a termine dai Gruppi “Di Robilant” e “Bianchi”. Il primo relativamente alla zona di Grottaferrata, Castel Giubileo e S. Oreste, segnalando particolari notizie sui Comandi germanici, si da ritenere che i bombardamenti in quella zona, siano da considerarsi in relazione alle notizie fornite da questo Gruppo.
Il Gruppo “Bianchi” invece, collegato con Il Sottotenente di Vascello POLETTI – che aveva attraversato le linee per incarico della 5^ Armata fornì agli Alleati notizie di carattere militare, organizzò con Ufficiali della Marina e del S.I.D. repubblichino, un servizio di trasmissioni di notizie, consegnando i codici e le relative istruzioni al Maggiore Felice SANTINI, del Centro “X”.
Il servizio di controspionaggio fu attuato secondo le direttive del Comandante la Banda. Ad esso collaborarono particolarmente i Gruppi “Roveda” e “Di Robilant”. A mezzo di emissari introdotti presso il Comando Città Aperta, o presso gli Uffici di P.S., è stato possibile conoscere tempestivamente, in modo da prevenire gli organizzati, eventuali misure repressive in corso di attuazione, retate, ecc.
Informazioni sui lavori militari che i tedeschi eseguivano nei dintorni di Roma, sono state fornite dal Tenente Colonnello RUSSO che, per tale compito, aveva avuto ordine di farsi assumere nell’organizzazione Todt.
Notizie di carattere politico-militare, sono state fornite al Comando Banda da un agente del Gruppo “Di Robilant”, interprete presso la legazione di Thailandia, residente allora all’albergo Excelsior.
Il Comandante, Capitano Natale Veronesi, è stato chiamato subito dopo la liberazione, a continuare la guerra nei Reparti di Volo e pertanto non ha potuto redigere – sì come le altre Bande – la relazione particolareggiata sul proprio Gruppo di Resistenza.
Si trascrive pertanto integralmente una succinta relazione compilata in proposito da un gregario della Banda “Milano” (Capitano Egeo PITTONI) :
Comandante : Capitano Pilota Natale VERONESI ;
Iscritti : centocinquanta, circa;
Arrestati : quattro (Capitano Pilota Oscar Bembo e tre subalterni)
Attività
– Collegamento e intercettazione ordini della repubblica tramite Colonnello REMONDINO.
– Propaganda al Nord.
– Assistenza varia e costante a tutto il personale iscritto allo scopo di salvaguardarlo per la ripresa delle armi dopo la liberazione.
Infatti 20 giorni circa dopo la liberazione di Roma si univano alle unità combattenti n. 45 piloti in linea e 15 in servizi vari; n. 30 specialisti in linea e 20 servizi vari degli appartenenti alla Banda.
Costituitasi sin dall’ottobre 1943, ad iniziativa del Gen. B.A. Arnaldo Pasquali e di altri Ufficiali dell’Arma, la Banda “Zuccoli” all’alba del 1944 contava già 700 uomini, inquadrati in Gruppi , Sottogruppi e Nuclei. In un primo momento l’attività della Banda fu limitata all’inquadramento e assistenza del personale. Una volta raggiunta la coesione e il giusto affiatamento, il Comando Banda passò all’assegnazione – ai Gruppi dipendenti – nuovi importanti compiti di sabotaggio e spionaggio.
Gruppo BACCARI : Formato nel settembre 1943 entra nella Banda Zuccoli nel dicembre dello stesso anno. Redazione e diffusione del giornale clandestino “La Voce del Popolo”; sorveglianza maggiori arterie stradali d’accesso nella Capitale; sorveglianza dei componenti aeronautica repubblichina; pedinamento e denuncia di spie e collaboratori delle SS; sorveglianza “Pensione delle Legazioni” di Via Regina Elena, posto di ritrovo di spie, paracadutisti e sabotatori al soldo del nemico.
Gruppo GABRIELLI : Prima sede presso la chiesa di Santa Maria sopra Minerva. Qui vennero approntati rifugi, destinati in caso di emergenza al personale alla macchia. I rifugi, invece, vennero utilizzati per dare asilo ad ex prigionieri alleati, ebrei e ricercati politici. Un particolare ricordo a all’opera di Padre O.P. Agostino Floris. Nel febbraio 1944 prende contatto con un Gruppo di patrioti composto da soldati dell’Esercito e da prigionieri alleati evasi operanti a Rocca Sinibalda (RI) comandati dal cap. Esercito Barco. Trasformazione del Gruppo Barco in organizzazione armata per operare a Rocca Sinibalda, Longone, Valle Cupola, Varco, Rocca Ranieri. Controllo dell’aeroporto di Rieti, dei depositi munizioni e carburanti nelle zone di Moricone-Monte Libretti-Borgo Quinzio.
Gruppo GIAQUINTO : Fornitura di materiale elettrico e radio telegrafico sottratto ai repubblichini. Mezzi di trasporto, viveri di riserva per i reparti destinati all’occupazione degli aeroporti della Capitale, ecc. Curò la costruzione di un deposito sotterraneo nel quartiere Prenestino.
Gruppo QUACCHIA : Incarichi di assistenza al personale, propaganda con la diffusione di giornali clandestini (La Voce del Popolo e L’Osservazione Politico-Diplomatica), collegamenti sia di Gruppi che di Banda.
Gruppo SCREPANTI. Comandante : Colonnello A.A.r.s. Giuseppe SCREPANTI.
Oltre a compiti di assistenza e propaganda, gli venne assegnato il compito di sorvegliare l’autoreparto del servizio Annonario del Governatorato di Roma, per evitare il loro utilizzo o asportazione da parte dei tedeschi specialmente nell’ultima fase del loro ripiegamento. Collaborazione con la Banda “Strappo” per il trasporto di armi, esplosivi e munizioni. Nel momento del ripiegamento tedesco da Roma occupò con i propri uomini la Caserma “Romagnoli” e l’edificio dell’Istituto Medico Legale.
Gruppo SPEDINI. Comandante : Colonnello Pilota Fausto SPEDINI.
Procurò documenti di identità, carte annonarie e timbri a secco falsi. Falsificazione di documenti militari, timbri e stampati trafugati al Ministero dell’Aeronautica. Opera di spionaggio con funzionari della Questura di Roma. Al momento della liberazione di Roma occupò e presidiò la Caserma Cavour.
Gruppo SPOTTI. Comandante : Tenente Colonnello Luigi SPOTTI.
Il Gruppo speciale “Spotti” inquadrava il personale addetto al Servizio informazioni e controspionaggio della Banda “Zuccoli”. Gli elementi di questo gruppo resero importanti servizi a tutte le Organizzazioni Clandestine di Roma. Una rete informativa era stretta attorno a due comandi:
- il Comando Generale germanico – Ufficio politico, sezione controspionaggio – ove confluivano tutte le denunce anonime, e da cui dipendevano gli informatori italiani al soldo del nemico.
- – il Comando generale della G.N.R. – Ufficio politico, che diramava gli ordini relativi alle operazioni di polizia, ai rastrellamenti, al controllo di determinati uffici della Capitale.
Gruppo VEZZOLI. Comandante: Tenente Colonnello pilota Giuseppe VEZZOLI.
Le riunioni del Gruppo si tenevano presso il Convento della Minerva. In seguito il Gruppo si arricchì di gregari del Gruppo “LAWLEY” sbandatisi in seguito all’individuazione della polizia forse sulle tracce di tutta l’Organizzazione Aeronautica.