GALLI DELLA MANTICA Baldassarre

GALLI BALDASSARRE040di Agostino e di Luisa Vassallo di Castiglione, nacque a Cherasco presso Mondovì il 1° novembre 1815 e ivi morì il 25 giugno 1870.
Fu con l’Albini e col d’Aste uno dei valorosi capitani di vascello che all’assedio di Ancona maggiormente si segnalarono per ardimento e perizia marinara, meritando la massima ricompensa al valor militare.
Giovanissimo fu attratto dalla vita sul mare. Fu allievo della Scuola di Marina di Genova e ne uscì guardiamarina nel 1833. Promosso luogotenente di vascello nel 1841 partecipò, con tale grado, alla campagna del 1848-1849 nell’Adriatico, trovandosi imbarcato sulla corvetta a vela Aurora, e combatté contro il naviglio austriaco.
Promosso capitano di fregata compì con la De Geney varie missioni per il trasporto di rifornimenti alla Squadra italiana durante la campagna di Oriente, in Crimea, nel 1855, ove ottenne la Legion d’Onore, e durante la seconda guerra d’indipendenza, nel 1859, in Adriatico.
Nell’agosto 1860, fu promosso capitano di vascello ed assunse il comando della pirofregata Carlo Alberto, che egli già conosceva perchè negli anni 1852 e 1853, inviato dal Governo in Inghilterra, era stato a Newcastle, per curarne l’allestimento. Con essa, che faceva parte della divisione navale operante contro la piazzaforte di Ancona, il 28 settembre 1860, ricevuto l’ordine di avvicinarsi alle fortezze per eseguire un bombardamento ad oltranza onde smantellarle e provocarne la resa, si portò a 500 metri dalla batteria della Lanterna, sotto il fuoco delle artiglierie avversarie. Dato fondo agli ancorotti, con abile e precisa manovra traversò il fianco a terra e diede inizio al tiro. Il forte vento di scirocco e la forza del mare tendevano a portare la nave fuori della posizione di combattimento, ma il valoroso comandante, con opportune manovre sugli ormeggi e sulle vele di taglio, la mantenne al suo posto mentre le artiglierie continuarono il fuoco. E tale ne fu la violenza che in quattro ore di combattimento furono lanciati contro il forte più di mille proietti, concorrendo, così, efficacemente alla distruzione ed alla resa della piazzaforte. La mirabile perizia marinara, il coraggio dimostrato sotto il fuoco avversario – la nave ricevette più di 30 proietti nello scafo – la calma e l’ardimento dell’equipaggio nel combattimento, furono premiati nel Galli con la medaglia d ‘oro al valore concessagli con regio decreto 4 ottobre 1860. Dice la motivazione: Per il modo ardito e sotto ogni aspetto commendevole con cui si comportò nell’assedio di Ancona (1860). In tale circostanza fu promosso anche contrammiraglio. Nel dicembre dello stesso anno partecipò validamente all’assedio di Gaeta ove per la bravura spiegata ottenne la nomina a ufficiale dell’Ordine militare di Savoia. Morì a Cherasco (Cuneo) 26 giugno 1870.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.120.