BOTTINO Angelo
di Luigi e di Gioconda Guala, nacque il 5 aprile 1834 in Asti e morì in combattimento a Monte Suello il 3 luglio 1866.
Laureatosi in diritto civile e canonico nell’università di Torino nel 1857, si avviò appena ventitreenne alla libera professione forense. Propugnatore dell’indipendenza della Patria, non esitò ad arruolarsi volontario nell’Esercito sardo per l’imminente guerra contro l’Austria e l’11 aprile 1859 fu ammesso nell’Accademia Militare di Torino. Ma, alla dichiarazione di guerra, volontariamente entrò nelle legioni garibaldine dei Cacciatori delle Alpi e combatté a Varese ed a S. Fermo.
Rientrato nell’Esercito regolare il 27luglio dello stesso anno, ebbe il grado di sottotenente nel 1° reggimento Granatieri di Sardegna e, due mesi dopo, con la promozione a tenente, la nomina ad aiutante maggiore.
L’anno successivo, nella campagna delle Marche e dell’Umbria, con la brigata, appartenente alla 1^ divisione comandata dal generale de Sonnaz, prese parte alle brillanti operazioni che, in diciotto giorni di vittoriosi combattimenti, portarono le truppe piemontesi alla occupazione di Ancona. Quindi, nelle province meridionali, sempre coi suoi granatieri, il 4 novembre, attaccò Mola di Gaeta, baluardo avanzato della difesa della piazza marittima. Il 1^ reggimento granatieri, spintosi innanzi con audacia, si coprì di gloria nel combattimento che infranse ogni resistenza borbonica e la bandiera fu decorata perciò della medaglia d’oro. Il Bottino, che già per l’assedio d’Ancona aveva ottenuto una menzione onorevole, si meritò in questo fatto d’armi una medaglia d’argento.
Dimesso dal servizio attivo, a domanda, nel 1863, riprese la sua attività professionale, ma non per lungo tempo. Infatti, tre anni dopo, il 9 giugno 1866, col grado di capitano, tornò al suo posto di combattente nel 1° reggimento volontari garibaldini e fu inviato ad operare nel territorio fra la val Camonica e la val Sugana nella terza guerra d’indipendenza.
L’eroico suo destino era ormai segnato. Il 3 luglio il 1^ reggimento avanzò su Rocca d’Anfo dove çonvergevano forti colonne austriache. Tre compagnie di cacciatori tirolesi del capitano Gredler, distese in catena sulle pendici orientali di M. Suello, ressero l’urto delle compagnie dei volontari garibaldini. Nel combattimento ineguale, affrontato con energia ed audacia dai volontari, non lievi furono i sacrifici. Il Bottino, sempre primo nell’assalto, cadde colpito a morte sulle rocce insanguinate e fredde del monte che pure avevano conosciuto tanto eroismo ed ardimento. Alla sua memoria fu concessa la medaglia d’oro al valore con regio decreto 6 dicembre 1866: Guidando valorosamente la colonna d’attacco rimase mortalmente ferito e morì pochi minuti dopo.
G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Grafischena], Roma 1950, p.196.