GHIONE Giuseppe

nasce a Savigliano (Cuneo) il 3 ottobre 1889 (https://espresso.repubblica.it/grandeguerra/index.php?page=autore&id=20). Tenente colonnello, 44° reggimento artiglieria motorizzato, Divisione Marmarica.

Nel dicembre 1908 si arruolava volontario nel reggimento artiglieria a cavallo come allievo sergente raggiungendo il grado di sergente maggiore nel gennaio 1912. Dall’ottobre dello stesso anno all’agosto 1914 fu in Libia e rimpatriato col grado di maresciallo, nell’aprile 1915 ottenne la promozione a sottotenente in s.p.e. (servizio permanente effettivo).  Destinato al 48° reggimento artiglieria mobilitato, partecipò alla prima guerra mondiale e passato con la promozione a tenente nella specialità bombardieri, si distinse sul Vodice, da capitano, al comando di una batteria bombarde. Dopo la guerra prestò successivamente servizio al 7° pesante campagna e all’11° pesante campagna. Nell’aprile 1924 ritornò in Libia al comando della 2^ compagnia cannonieri. Promosso maggiore nel dicembre 1932, alla fine di settembre del 1935 partì per l’A.O. (Africa Orientale) col 18° artiglieria Gran Sasso mobilitato e fu encomiato tre volte nella campagna etiopica come comandante di un gruppo da 75/13. Rimpatriò nel luglio 1936 per ripartire, l’anno successivo, per l’A.S. (Africa Settentrionale) col 44° artiglieria della Divisione Marmarica.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) (M. Vodice, 1917); maresciallo per meriti di guerra (Libia, 1913 -’14).

Già valoroso combattente in tre guerre, prese eroicamente parte alle operazioni in Marmarica alla testa del suo gruppo di artiglieria. All’assedio di Bardia, con la parola e con l’esempio, fu meraviglioso animatore dei suoi gregari che noncuranti di gravissimi sacrifici, opposero ostinata resistenza al nemico paralizzandone per più ore lo slancio e procurandogli ingenti perdite. Ferito, rifiutò di farsi medicare per non essere distolto dalla sua azione di comando, portandosi invece dove maggiore era il bisogno di guida per i reparti superstiti e più grave il pericolo per i suoi uomini. Colpito a morte, mentre si ostinava ad una estrema disperata resistenza inneggiando alla Patria, le sue ultime parole furono ancora di incitamento per i suoi artiglieri a persistere nella lotta. Africa Settentrionale (Marmarica ), giugno 1940 – gennaio 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 560.