ROSSI PASSAVANTI Elia

nasce il 5 febbraio 1896 a Terni (Perugia) (https://it.wikipedia.org/wiki/Elia_Rossi_Passavanti). Tenente colonnello cavalleria, Comando III Corpo d’Armata. Arruolatosi volontario nel reggimento Genova Cavalleria – che comandò interinalmente nella seconda guerra mondiale dal 18 giugno al 7 novembre 1940 – partecipò dal maggio 1915 alla prima guerra mondiale, come soldato semplice non avendo voluto abbandonare la trincea per la Scuola allievi ufficiali. Fu dapprima sul Carso come dragone e a Pozzuolo del Friuli come aiutante di battaglia. Promosso sottotenente fu nel VI reparto d’assalto sul Piave e poi al comando degli arditi del 252° reggimento fanteria e della Brigata Massa e Carrara durante la battaglia di Vittorio Veneto. Rimasto sei volte ferito in combattimento, tre volte mutilato, ebbe quattro promozioni per m.g. (merito di guerra) e la concessione della prima M.O. al V.M. (Medaglia d’Oro al Valore Militare), la cui motivazione è riportata nel volume Le Medaglie d’oro al V.M.(1833-1924), edito dal Gruppo M.O. (Medaglia Oro). Dopo la guerra partecipò all’impresa di Fiume condotta da G. D’Annunzio; quindi con la promozione a tenente ottenne a domanda il trasferimento nel gennaio 1921 nel R.C.T.C. (Regio Corpo Truppe Coloniali) dell’Eritrea, assegnato al Comando del presidio di Massaua. Rientrò in Patria nel dicembre 1922 nel reggimento Nizza Cavalleria (1°). Venne eletto Deputato nella XXVII legislatura (1924-1929) per la circoscrizione Lazio ed Umbria ed ebbe altresì incarichi politici ed amministrativi. Ripresi gli studi si laureò nell’Università di Torino in giurisprudenza nel 1927 ed in lettere nel 1929; nello stesso anno conseguì nell’Università di Roma la laurea in scienze politiche. Collocato a riposo nel maggio 1930, conseguì nell’Università di Roma la libera docenza e nel 1932 ebbe l’incarico dell’insegnamento di contabilità dello Stato nella facoltà di scienze politiche. E’ autore di 21 pubblicazioni di carattere storico-politico ed economico sociale. Nello stesso anno 1932 fu nominato Consigliere della Corte dei Conti. Richiamato in servizio a domanda nel giugno 1940 nel reggimento Genova Cavalleria e mobilitato per la guerra raggiunse in Albania il Comando del III C.A. (Corpo d’Armata), quindi nell’agosto 1942 – essendo già colonnello – fu assegnato al Comando Gruppo Armate Sud. Partecipò dal settembre 1943 al giugno 1944 alla lotta partigiana e gli fu conferita la qualifica di partigiano combattente. Richiamato in servizio fu capo ufficio assistenza della 228^ Divisione e delle truppe italiane dell’8^ Armata inglese dal dicembre 1944 e venne ricollocato in congedo nel settembre 1945 nella riserva e tale rimase. Nominato Presidente di Sezione della Corte dei Conti dal dicembre 1941, ebbe le funzioni di Presidente della Corte stessa dal 28 luglio 1953 all’aprile 1954. E’ stato promosso generale di Brigata nella riserva nel 1948. Eletto Presidente dell’ Associazione Nazionale Arma di Cavalleria dal 1953. Muore a Terni l’11 luglio 1985(https://it.wikipedia.org/wiki/Elia_Rossi_Passavanti).

Altre decorazioni: promosso caporale per meriti di guerra: (1916); sergente (1917); aiutante di battaglia (1917); sottotenente in s.p.e. (servizio permanente effettivo) (1918); M.O. (Hermada, settembre 1916 – Grappa, ottobre 1918); M.A. (Medaglia Argento) (Altopiano Carsico, 1916); M.A. (S. Giovanni di Duino, 1917); Cr. g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Pozzuolo del Friuli, ottobre 1917); Cr. g. al V.M. (M. Grappa, luglio-agosto 1918).

Mutilato e superdecorato, volontariamente nei ranghi della nuova guerra, per la maggiore grandezza della Patria, riconfermava il suo meraviglioso passato di eroico soldato. A capo della propaganda di una grande unità, seppe dimostrare che più che le parole valgono i fatti e fu sempre dove maggiore era il rischio e combatté con i fanti nelle linee più tormentate. Nella manovra conclusiva, alla testa dell’avanguardia del Corpo d’Armata, entrò per primo in Korcia ed in Erseke, inalberandovi i tricolori affidatigli dal Duce. Superba figura di combattente, animato da indomito eroismo, uscì illeso da mille pericoli e fu l’idolo di tutti i soldati del III Corpo d’Armata, che in lui videro il simbolo del valore personale, della continuità dello spirito di sacrificio e della più pura fede nei destini della Patria, che legano idealmente le gesta dei soldati del Carso, del Piave, del Grappa con quelle dei combattenti dell’Italia fascista. Albania, gennaio aprile 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 665.