BOSSONETTO Antonio

n. 1911 Aosta. Capomanipolo medico, 2° reggimento fanteria Frecce Azzurre.

Studente universitario della facoltà di medicina, si arruolò volontario per l’A.O. (Africa Orientale) col 6° battaglione universitario CC.NN. (Camicie Nere) Curtatone e Montanara della Divisione Tevere e sbarcò a Mogadiscio nell’ottobre 1935. Rimpatriato nel luglio 1936 e smobilitato fu promosso sottotenente di fanteria di complemento nel 53° reggimento dove prestò servizio di prima nomina e fu congedato il 31 agosto dello stesso anno. Conseguì la laurea in medicina e chirurgia nella sessione estiva del 1936 nell’Università di Perugia e, subito dopo, abilitato alla professione, otteneva di essere destinato come medico civile in Africa a Gondar. Inviato in missione speciale oltremare con l’ospedaletto da campo C nel gennaio 1937 assunse la direzione sanitaria del 2° reggimento fanteria Frecce Azzurre. Combattente più che medico si prodigò in ogni circostanza fino al supremo olocausto della vita.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) (Mente Grana, 1937): M.A. (Casetta Partillo, 1937); Cr. g. al V.M. (Croce di guerra al Valor Militare) (Sierra Argalen, 1937).

Capomanipolo dirigente il servizio sanitario di un reggimento di fanteria, già decorato di due medaglie d’argento al valor militare, animato e sorretto dalla fede più calda e da entusiastico ardore combattivo, abbinava, sulle primissime linee del campo di battaglial’azione del medico con quella del combattente destando in tutti ammirazione e rispetto per la sua figura leggendaria e mistica. In un aspro sanguinoso combattimento, visti passare dal posto di medicazione molti ufficiali feriti, si portava in primissima linea con fanti dove riteneva di poter svolgere anche opera di combattente. Coinvolto in un contrattacco nemico ed in una lotta a corpo a corposi pose alla testa di due plotoni rimasti privi di ufficiali, animò trascinò con l’esempio del suo ardore i soldati fino a ricacciare il nemico e raggiungeva la posizione stabilita. Ferito al petto da una raffica di mitragliatrice e rimasto privo di parola, faceva segno con la mano ai soldati che lo reggevano di non occuparsi di lui e indicava il trincerone da raggiungere, che costituiva il loro obbiettivo. – Strada Pauls- Cherta- Tortosa, 16 aprile 1938.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 299.