MISSONI Luigi
nasce nel 1915 a Gravosa (Dalmazia). Tenente s.p.e. (servizio permanente effettivo), 3° reggimentoGranatieri di Sardegna.
Di famiglia dalmata originaria veneta, dopo aver conseguito il diploma di ragioniere nel 1936, entrava nell’Accademia di fanteria e cavalleria di Modena e nell’ottobre 1939 era promosso sottotente di fant. in s.p.e. Frequentata la Scuola di applicazione veniva destinato dal 1° luglio 1940 al 1° reggimento granatieri di Sardegna e il 7 dicembre successivo partiva per l’Albania. A Tirana, passava al 3° granatieri e partecipava a numerose azioni di guerra al comando di un plotone fucilieri della 7^ compagnia. Collocato a riposo dopo lunga degenza in ospedale per le ferite riportate in combattimento, si dedicava al giornalismo ed alla propaganda a favore della sua Dalmazia con conferenze e pubblicazioni. Collaboratore del quotidiano L’Avvenire d’Italia di Bologna. Decedeva il 17 dicembre 1944 a Castelfranco Emilia. Aveva conseguito nell’ottobre 1941, la promozione a tenente nel ruolo speciale.
Comandante di un plotone fucilieri, si distingueva in numerosi combattimenti per l’ardire e l’entusiasmo che trasfondeva nei propri granatieri, guidandoli alla lotta. Durante un violentissimo attacco condotto da preponderanti forze nemiche, si prodigava incessantemente per incitare i suoi uomini al combattimento, portandosi con eroico ardire ove più ferveva la mischia. Mentre aiutava due granatieri feriti a recarsi in luogo più cqperto, veniva colpito gravemente al viso da una raffica di mitragliatrice. Invitato dal comandante la compagnia a portarsi al posto di medicazione, fieramente rispondeva che, poiché l’avversario incalzava, suo dovere era di rimanere fra i propri uomini. Partecipava quindi, di nuovo, valorosamente alla lotta, lanciando bombe a mano contro il nemico in forze giunto a distanza d’assalto. Una fucilata gli faceva esplodere una bomba nella mano destra, asportandogli l’arto. Mutilato nel corpo, ma saldo nell’animo, lanciava a più riprese ai suoi granatieri il grido di fede e di lotta: Viva l’Italia, fino a quando, per la grande perdita di sangue, si accasciava al suolo. Espressione delle più salde virtù militari. – M. Shpat (Fronte greco), 14 dicembre 1940.
Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 501.