MITTICA Pietro
nasce il 17 maggio 1915 a Pizzo (Catanzaro) (https://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Mittica). Sergente maggiore, 4° reggimento carristi.
Frequentato il terzo corso inferiore nella Scuola industriale e artistica di Siena si arruolò volontario nel 30° reggimento fanteria nel settembre 1933. Promosso sergente nel novembre 1934 e sergente maggiore esattamente un anno dopo, fu trasferito al 1° reggimento fanteria carrista nel maggio 1937 e, col passaggio in carriera continuativa, fu destinato al 32° reggimento fanteria carrista Ariete nel novembre 1938. Nella seconda guerra mondiale, quale capocarro di maggiorità nel 322° battaglione, partecipò alle operazioni sul fronte alpino nel giugno 1940, quindi, nel luglio successivo, partì per l’A.S. (Africa Settentrionale) col 4° reggimento fanteria carrista mobilitato col quale prese parte ai fatti d’arme di Sollum, Bac Bac, Sidi el Barrani, Marsa Matruch, Bardia e Tobruk, meritando un encomio solenne sul campo. Ferito nel combattimento del 21 gennaio 1941 per la difesa di Tobruk e fatto prigioniero sul campo, fu restituito in Patria nel marzo 1945 e ricoverato all’Ospedale militare di Gioia del Colle. Riassunto in servizio nel settembre 1945, fu inviato alla Scuola di fanteria di Cesano quale allievo istruttore armi e tattica di cui fu istruttore poi nel 336° reggimento fanteria. Dal febbraio 1946, trasferito alla Scuola della motorizzazione, fu istruttore automobilista e dall’ottobre dello stesso anno fu istruttore di armi e tattica presso il C.A.R. (Centro Addestramento Reclute) di Siena. Promosso maresciallo capo nel luglio 1948 con anzianità 1944, passò alla Scuola carrismo per il Comando della Brigata corazzata Ariete alla quale fu trasferito nel dicembre 1949. Chiamato al Quartier Generale della Divisione corazzata Ariete nell’ottobre 1952, nel novembre 1960 fu destinato al 132° reggimento carri della stessa Divisione. Risiede a Pordenone. Muore a Pordenone il 6 dicembre 2003 (https://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Mittica).
Altre decorazioni: Cr. g. al V.M. (Croce di guerra al Valor Militare) (Sidi el Barrani, 1940); promosso maresciallo ordinario per meriti di guerra (A.S., 1940).
Volontario di guerra, partecipava con spiccato ardore bellico alle sanguinose operazioni del suo reggimento, distinguendosi tra gli eroici carristi per singolare coraggio, intelligenti audaci iniziative, esemplare spirito di sacrificio. Impegnato con i resti del suo decimato reggimento nella difesa di un caposaldo attaccato da agguerrite preponderanti forze, si offriva, ripetutamente, benché soggetto a intensa reazione avversaria, per stabilire il collegamento con reparti che, circondati, opponevano disperata resistenza. Nella crisi, ridotta la difesa ai soli centri di fuoco del comando di reggimento, si poneva alla testa di pochi superstiti e, col suo valoroso esempio, alimentava l’impari cruenta lotta a colpi di bombe a mano che protraeva, indomito, con stoica fermezza, ergendosi poi, nella mischia, a difesa del suo colonnello, direttamente minacciato, facendogli scudo col proprio petto. Ferito gravemente in conseguenza del suo atto generoso da pallottola esplosiva che gli sfracellava una gamba, cadeva esausto a fianco del superiore salvo in virtù dell’eroico spirito di abnegazione consacrato dalle nobili espressioni rivolte a chi lo soccorreva: Ho fatto semplicemente il mio dovere e rivolgo il mio pensiero alla nostra Bandiera ed alla Patria. Chiaro esempio di salde virtù militari degno del tradizionale valore del soldato d’Italia. – Africa Settentrionale, gennaio 1941.
Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 558.