GIORGI Luigi

n. 1913 Carrara. Capitano complemento 21° reggimento fanteria Cremona.

Diplomato ragioniere e perito commerciale, si arruolò nel novembre 1935 quale allievo ufficiale di complemento ed ammesso alla Scuola di Palermo, venne nominato aspirante nel 1936. Assegnato al 21° reggimento fanteria Cremona e, promosso sottotenente, venne comandato alla Scuola di Sanità Militare a Firenze per l’inquadramento del battaglione allievi. Congedato nel 1937, due anni dopo venne richiamato nel 21° reggimento dove fu promosso tenente nel gennaio 1940 e capitano nel gennaio 1942. Alla dichiarazione dell’armistizio si trovava col reggimento nell’Italia meridionale, comandante della 3^ compagnia fucilieri. Nel gennaio 1944, la Divisione Cremona si trasformò in Gruppo di combattimento Cremona e fu la prima grande unità impiegata nella lotta di liberazione. Destinato ad agire ai margini della Laguna di Comacchio all’estrema destra dell’8^ Armata britannica raggiunse il fronte verso la fine dell’anno. Nei pnml giorni del marzo 1945 il suo comportamento valoroso si manifestò allorché il Gruppo fu chiamato a recidere il saliente tedesco che si addentrava nello schieramento alleato sul Po di Primaro. Le gesta da lui compiute in quei giorni lo resero noto a tutti i reparti dell’8^ Armata britannica. Si distinse poi il 13 aprile nel forzamento del Santerno, il 24 stesso mese nel passaggio del Po ed infine il 26 successivo nell’attacco alla testa di ponte dell’Adige dove fu ferito gravemente all’addome. Ricoverato nel 66° ospedale da campo inglese, vi decedeva il 7 maggio successivo. Al capitano Giorgi è stata concessa una seconda M.O. (Medaglia d’Oro) alla memoria e la Stella d’argento americana per eccezionali atti di valore.

Comandante di compagnia all’attacco di un forte caposaldo nemico difeso da reticolati e campi minati, seguito da due soli fanti, volontariamente offertisi, si portava in pieno giorno a breve distanza dalla posizione avversaria. Lasciati indietro i due fanti, dopo avere guadato un braccio d’acqua, irrompeva sul caposaldo ancora battuto dalla nostra artiglieria e, con lancio di bombe a mano, seminava il panico fra i difensori, che si arrendevano in numero di 19. Raggiunto da un suo plotone completava l’occupazione del caposaldo e, sotto l’infuriare del rabbioso e micidiale fuoco di repressione, incurante della propria vita, allo scoperto, estraeva dalle macerie di una postazione colpita due suoi fanti rimasti sepolti, sottraendoli a sicura morte. La notte seguente, venuto a conoscenza che un fante di altro reparto trovavasi gravemente ferito in un campo minato, là dove nessuno aveva osato recargli soccorso prima di neutralizzare le mine, da solo strisciando sul terreno e tastandolo palmo a palmo, dopo oltre un’ora di estenuante sforzo, riusciva a trarlo in salvo. Splendido esempio dI virtù guerriere di nostra gente e di generoso altruismo. Chiavica Pedone (Ravenna), 2 – 3 marzo 1945.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 638.