PASI Raffaele

PASI RAFFAELE065di Paolo e di Teresa Piani, nacque a Faenza il 9 dicembre 1819 e morì a Roma il 7 gennaio 1890.
Mazziniano convinto, ebbe parte attiva nei moti in Romagna del 1843 insieme col Muratori, col Rienzi e col Ribotti e combatté in località Le Balze le truppe pontificie inviate per la repressione. Per lo sfortunato esito della insurrezione, perseguitato dalla polizia, si rifugiò dapprima in Toscana ed emigrò poi in Francia. Rientrò nella Romagna all’inizio della prima campagna d’indipendenza e dopo aver retto per un breve periodo di tempo, nel maggio 1848, la Guardia Nazionale faentina, si arruolò fra i volontari romani nella colonna Ferrari e partecipò con onore alla difesa di Vicenza. Nel 1849 passò nell’Esercito della Repubblica Romana ove assunse il comando del 6° reggimento di linea e combatté a fianco di Goffredo Mameli e di Luciano Manara per la difesa di Roma. Caduta la Repubblica, si rifugiò in Piemonte.
Nel luglio 1859 ebbe il grado di maggiore nell’Esercito sardo e fu inviato con altri ufficiali nella Romagna dove assunse il comando del 26° reggimento fanteria dell’Esercito della Lega delle province dell’Italia centrale. Quindi ebbe il comando del 48° reggimento fanteria dell’Armata piemontese e combatté nell’Italia centrale e meridionale. Alla resa di Mola di Gaeta, il 4 novembre 1860, fu nominato cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia.
Nella terza guerra d’indipendenza ebbe il comando del 5° reggimento fanteria dell’antica e gloriosa brigata Aosta che faceva parte della 2^ divisione generale Pianell ed il 23 giugno si trovava nei dintorni di Pozzolengo per vigilare sulla piazzaforte di Peschiera. Il mattino successivo, con improvviso ordine, le truppe della divisione, fra le quali trovavasi il 5° reggimento, furono concentrate a Monzambano e di là mossero con aggressivo slancio sul nemico che dopo aver travolta la resistenza della 1^ divisione, si presentò minaccioso sul Mincio. Il Pasi combatté con ardimento. Lo conferma la motivazione della medaglia d’oro al valore militare concessagli con regio decreto 6 dicembre 1866 per avere da Monzambano condotto mirabilmente il proprio reggimento all’attacco di Monte Sabbione, essersi con mirabile ardire sempre spinto alla testa dei suoi soldati nei luoghi più minacciati, ed essere stato l’ammirazione di tutti i suoi dipendenti che per sì eroico esempio si distinsero immensamente in quella giornata.
Con la promozione a generale di brigata nel 1871 assunse il comando della brigata Regina; promosso poi comandante di divisione nel 1879 comandò la divisione territoriale di Catanzaro.
Nella XII legislatura fu deputato al Parlamento per il collegio di Faenza.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.170.