CASTAGNA Oreste

nasce nel 1917 a Velletri (Roma). Soldato 4a Sezione sanità.

Modesto e laborioso operaio venne arruolato nel settembre 1938 nell’8 compagnia sanità in Capua e trattenuto alle armi nel marzo 1940. Trasferito nel gennaio 1942 alla 4a sezione sanità mobilitata della Divisione alpina Taurinense, allora dislocata in Croazia, raggiunse il reparto nello stesso mese sbarcando a Gravosa in Dalmazia. Dopo la dichiarazione dell’armistizio, si univa alle formazioni partigiane della Brigata jugoslava Duca Cresh partecipando a numerose azioni. Ferito nel fatto d’arme del 15 febbraio 1944, dopo essere stato ricoverato all’ospedale da campo della Brigata, riprese il suo posto di combattimento nella 27a Divisione partigiana jugoslava fino al 2 agosto 1945, data del suo rientro in Patria. Il 13 ottobre dello stesso anno fu collocato in congedo. Risiedeva a Roma, impiegato presso la Direzione Generale delle Ferrovie dello Stato. Muore a Velletri il 30 ottobre 2007 (Wikipedia). 

Soldato di sanità, già all’atto dell’armistizio con vivo senso del dovere e fede altissima nei destini della Patria, si univa alle formazioni combattenti che sceglievano la via dell’onore e del sacrificio. Sempre primo fra i primi, si distingueva per ardimento in numerose azioni di guerra. Nel corso di un difficile combattimento contro un munito presidio nemico, si offriva volontario per partecipare ad una importante e rischiosissima azione tendente alla eliminazione di un centro di fuoco avversario che, infliggendo sensibili perdite alle nostre truppe, minacciava di paralizzare l’intero svolgimento dell’attacco. Superati i reticolati sotto l’imperversare di una violentissima reazione, concorreva ad assaltare con bombe a mano ed all’arma bianca la postazione nemica riuscendo ad eliminare i difensori e ad impadronirsi dell’arma. Contrattaccato da preponderanti forze che tentavano di riprendere la postazione, conscio dell’assoluta necessità di non cedere, strenuamente incitando i compagni alla lotta. Colpito gravemente da una bomba nemica che gli lacerava una mano e lo colpiva in altre parti del corpo, non desisteva dalla lotta. Rifiutando ogni assistenza, agitando nell’aria la mano mutilata e sanguinante, si trascinava ancora avanti con i compagni che nel frattempo avevano raggiunta e superata la posizione e, nel nome d’Italia, li spronava fino a quando cadeva a terra privo di sensi. – Regatica (Bosnia), 15 febbraio 1944.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 378.