CORDERO LANZA di MONTEZEMOLO Giuseppe

nobile dei Marchesi di Montezemolo, nasce a Roma il 26 maggio 1901 (Wikipedia). Colonnello s.p.e. genio, Stato Maggiore.

Appartenente a nobile famiglia piemontese di antiche tradizioni militari, era studente al politecnico di Torino allorchè, non ancora diciottenne, partecipò volontario alla prima guerra mondiale in un battaglione di marcia del 1° reggimento alpini. Ripresi gli studi e conseguita la laurea in ingegneria civile, si dedicò in Genova alla professione. In seguito a concorso venne poi nominato tenente del genio in s.p.e. e promosso capitano nel 1928, fu insegnante alla Scuola di applicazione. Frequentati i corsi della Scuola di guerra, fu chiamato nel 1935 allo Stato Maggiore e consegui la promozione a maggiore a scelta l’anno dopo. Comandò poi un battaglione genio telegrafisti in Spagna dove fu anche capo di Stato Maggiore di una Brigata Frecce Nere. Rimpatriato e nominato insegnante aggiunto alla Scuola di guerra, rientrò nello Stato Maggiore nel 1939 col grado di tenente colonnello e nel giugno 1940 fu chiamato a far parte del Comando Supremo. Distintosi in diverse missioni in Africa Settentrionale e promosso colonnello nel giugno 1943, lasciò il Comando Supremo per assumere il comando dell’11° raggruppamento genio motorizzato. Costituitosi il comando della Città aperta in Roma dopo l’armistizio, gli venne affidata la direzione dell’Ufficio affari civili. Da questo momento ebbe inizio la sua fervida attività diretta a riunire le forze disperse e ad organizzarle in una compagine risoluta. Tecnico di valore, fu autore di numerose pubblicazioni sulla scienza delle costruzioni e collaboratore di riviste e giornali di carattere tecnico.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia d’Argento) (Africa settentrionale, dicembre 1941 – gennaio 1942); (Tobruk, aprile 1941); Cr. g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (La Molatilla, marzo 1938); cavaliere Organizzazioni Militari Spagna (giugno 1940 – gennaio 1943); tenente colonnello per meriti di guerra (Spagna, giugno 1939).

Ufficiale superiore dotato di eccezionali qualità morali, intellettuali e di carattere, dopo l’armistizio, fedele al Governo del Re ed al proprio dovere di soldato, organizzava, in zona controllata dai tedeschi, un’efficace resistenza armata contro il tradizionale nemico. Per oltre quattro mesi dirigeva, con fede ed entusiasmo inesauribili, l’attività informativa e le organizzazioni patriote della zona romana. Con opera assidua e con sagace tempestività, eludendo l’accanita vigilanza avversaria, forniva al Comando Supremo alleato ed  italiano numerose e preziose informazioni operative, manteneva viva e fattiva l’agitazione dei patrioti italiani, preparava animi, volontà e mezzi per il giorno della riscossa, con una attività personale senza soste, tra rischi continui. Arrestato dalla sbirraglia nazi-fascista e sottoposto alle più inumane torture, manteneva l’assoluto segreto circa il movimento da lui creato, perfezionato e diretto, salvando così l’organizzazione e la vita ai propri collaboratori. In occasione di una esecuzione sommaria di rappresaglia nemica, veniva allineato con le vittime designate nelle adiacenze delle catacombe romane e barbaramente trucidato. Chiudeva così, nella luce purissima del martirio, una vita eroica, interamente e nobilmente spesa al servizio della Patria. – Roma, Catacombe di S. Calisto, 24 marzo 1944.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 391.