MALATESTA Enzio

nasce a Carrara il 22 ottobre 1914 (Wikipedia).  Giornalista, partigiano combattente.

Diciottenne, era già collaboratore della Enciclopedia Militare diretta dal padre Alberto, deputato al Parlamento nella XXV e nella XXVI legislatura. Studente in lettere nell’Università di Milano ed ivi laureatosi nel 1938, fu insegnante al Liceo Parini di Milano, mentre svolgeva anche attività letteraria e giornalistica, dirigendo la rivista Cinema e Teatro. Nel 1940 fu redattore del quotidiano romano Il Giornale d’Italia. Dopo l’8 settembre 1943, i suoi ideali politici lo indussero subito a prendere contatto con altri compagni per organizzare la resistenza ed istituire collegamenti con le Bande esterne che operavano nel Lazio, delle quali divenne poi attivo ed ardito animatore con la qualifica gerarchica di tenente colonnello.

Giornalista di pura fede votò la sua giovane esistenza alla causa della libertà. La sua casa fu covo di cospiratori decisi ad ogni lotta contro l’oppressore. Anima di audaci manipoli, costituì importanti formazioni partigiane, e ideò, organizzò e diresse arditi colpi di mano ai danni del nemico, sia in Roma che nel Lazio. Arrestato dalle SS. tedesche quale capo di formazioni armate, assunse per sé tutta la responsabilità, scagionandone i compagni e, respingendo ogni tentativo per ottenere clemenza, ascoltò con ciglio fermo la condanna a morte dell’iniquo tribunale di guerra. Con spezzante sorriso, che fu estrema sfida al nemico usurpatore di ogni diritto sulla vita dei cittadini italiani, affrontò il plotone di esecuzione e cadde gridando: Viva l’Italia. – Roma, Forte Bravetta, 2 febbraio 1944.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 374.