MARTINENGO Federico

nasce il 18 luglio 1897 a Roma, (https://it.wikipedia.org/wiki/Federico_Martinengo). Contrammiraglio.

Allievo dell’Accademia di Livorno, venne nominato guardiamarina il 25 maggio 1915, giorno successivo alla dichiarazione di guerra all’Austria Ungheria. Partecipò al conflitto mondiale imbarcato sulla corazzata Cavour e poi sulla nave trasporto Trinacria fino al settembre 1916, allorché fu comandato alla stazione idrovolanti di Venezia. Conseguiti i brevetti di pilota e di osservatore, prese parte a numerose azioni sia come comandante di squadra o squadriglia. Nell’ottobre 1919, lasciava la stazione idrovolanti di Sebenico, per imbarcarsi nuovamente. Capitano di corvetta Nel 1927 e capitano di fregata nel 1932, tenne il comando del distaccamento Marina di Tien Tsin (Cina) dal 1931 al 1933 e, rimpatriato, fu a Livorno alla Scuola di guerra marittima dal 1935 al 1936. Promosso capitano di vascello comandò la base di Lero nel 1937 e nel 1938 assunse il comando dell’incrociatore Attendolo col quale entrò in guerra e partecipò alla battaglia di Punta Stilo, il 9 luglio 1940 e a numerose altre operazioni e missioni. Negli ultimi mesi di quello stesso anno fu nominato capo di Stato Maggiore del Comando in capo del Dipartimento dello Jonio e Basso Adriatico, incarico che mantenne anche con la promozione a contrammiraglio. Il 10 aprile assumeva la carica di comandante superiore dei mezzi antisommergibili a La Spezia dove si trovava alla dichiarazione dell’armistizio dell’8 settembre.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia d’Argento) (Alto Adriatico, ottobre 1916); M.A. (Alto Adriatico, maggio-luglio 1917); Cr. G. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (gennaio 1918).

Ufficiale ammiraglio dotato di spiccatissime doto di mente, di cuore e di carattere, come già durante la guerra 1915-1918 anche nella guerra 1940-1943 negli importanti incarichi che svolse a bordo ed a terra, diede prova di profonda preparazione, di sicura fede e coraggio. All’atto dell’armistizio incaricato del trasferimento delle unità antisommergibili presenti a La Spezia e della inutilizzazione di quelle non in grado di muovere, svolse il suo mandato con decisa risolutezza, pur attraverso enormi difficoltà create dalla situazione contingente. Con una sezione di V.A.S. lasciò il porto solo nell’imminenza dell’occupazione della piazza da parte di forti reparti tedeschi. Incontrata in mare una sezione di motosiluranti germaniche, decide immediatamente, nonostante le condizioni di marcata inferiorità, di accettare l’impari lotta. Serrate le distanze l’affrontò con azione ravvicinata e non lasciò tregua fin quando, colpito mortalmente cadde esanime mentre il suo spirito continuava ad aleggiare sugli equipaggi che da terra proseguivano la lotta, desistendo solo quando le unità germaniche duramente provate nei mezzi e negli uomini si ritiravano dalla azione. – Alto Tirreno, 9 settembre 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 287.