BARDAZZI Ruggero

BARDAZZI RUGGERO052di Obed e di Savina Gori, nacque a Signa di Firenze il 22 dicembre 1885 e morì in combattimento a Regima (Bengasi) il 22 aprile 1913.
Trascorse l’infanzia e la prima giovinezza a Marcialla in Barberino Val d’Elsa, dove i genitori si erano trasferiti come insegnanti nelle scuole comunali. Educato ai più alti sentimenti di amore di Patria, alla disciplina ed al dovere, ebbe fin da giovinetto spiccate attitudini per la vita militare. A diciassette anni si arruolò volontario nel reggimento lancieri di Montebello (8°) quale allievo sergente ed ottenuta la promozione il 31 dicembre 1903 passò nel reggimento Savoia Cavalleria (3°).
Prescelto per frequentare la Scuola Militare di Modena il 31 ottobre 1906 ne seguì i corsi regolari ed ottenne le spalline di ufficiale il 19 settembre 1909, destinato al reggimento lancieri di Milano (7°). Due anni dopo fu promosso tenente; cavaliere provetto si distinse in gare e concorsi ippici.
Chiese insistentemente di essere assegnato ad un reparto combattente in Libia per partecipare alla guerra contro la Turchia ed il suo desiderio poté essere accolto molto più tardi. Inviato in Cirenaica, salpò da Napoli il 14 marzo 1913 e sbarcò a Bengasi, assegnato al V squadrone Savari, che aveva già partecipato a numerosi combattimenti con grande valore.
Al comando dell’avanguardia prese parte all’attacco al campo ribelle di Benina, il 13 aprile 1913, dimostrando di possedere eccellenti qualità di ardito cavaliere e di valoroso soldato. Condusse con decisione il suo plotone nel combattimento raggiungendo brillanti risultati. Il campo venne distrutto e furono catturate gran copia di munizioni e di viveri. Il brillante comportamento del Bardazzi fu premiato con la medaglia di bronzo al v. m. Nella successiva azione del 22 aprile a Er Regima, dove il nemico dopo la sconfitta di Benina si era fortemente attestato, il Bardazzi, alla testa del suo plotone, diede nuove prove di magnifico ardimento.
Incaricato di proteggere i fianchi delle colonne in marcia dagli attacchi nemici, sostenne vari scontri con i ribelli, riuscendo a metterli in fuga. Il Bardazzi in quei combattimenti dimostrò ancora una volta tutte le sue ottime qualità di soldato e diede mirabile esempio ai suoi Savari di coraggio e di valore. Ferito non desisté dalla lotta e cadde sul campo.
Alla sua memoria con r. d. 9 aprile 1914 fu concessa la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione: Imperterrito davanti al pericolo fronteggiava valorosamente col proprio plotone il nemico incalzante. Uccisogli il cavallo e rimasto ferito egli stesso, rifiutava l’aiuto dei suoi incitandoli invece a continuare il combattimento. Colpito nuovamente rimaneva ucciso sul campo. – Regima (Bengasi), 22 aprile 1913.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1871 al 1914,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1958,    p. 146.