DE ROSSI Camillo

DE ROSSI CAMILLO047di Carlo e di Giacinta Bossi, nacque ad Arboro di Vercelli il 17 aprile 1874 e morì in combattimento a Kasr-ras-el-Leben il 17 settembre 1912.
Entusiasta della vita militare entrò a diciotto anni alla Scuola Militare di Modena uscendone sottotenente il 10 gennaio 1895 destinato al 51° reggimento fanteria. Chiese ripetutamente di essere inviato in Africa e partì per l’Eritrea nel febbraio del 1896, alla vigilia della battaglia di Adua.
Col XXX battaglione fanteria d’Africa partecipò, dopo la sfortunata battaglia, alla liberazione del presidio di Adigrat. Rimpatriato nel luglio 1896, fu promosso tenente e nel settembre 1909 capitano nel 49° reggimento.
Chiese di partire con le truppe destinate in Tripolitania per la dichiarazione di guerra alla Turchia. Il suo desiderio fu accolto e fu assegnato all’11° reggimento, già mobilitato. Salpò da Napoli il 29 luglio 1912, sbarcando in Tripolitania a Sidi Said nell’agosto successivo.
A seguito degli avvenimenti nel settore di Derna, il I e il II battaglione del reggimento furono inviati a rinforzo di quel presidio allo scopo di allargare la linea delle difese troppo a ridosso della città, soggetta, così, alle ripetute azioni nemiche ed ai tiri di artiglieria.
Una ricognizione in forze, effettuata il 14 settembre, permise l’occupazione dell’altura di Kasr-ras-el-Leben e delle testate dei torrenti confluenti nel Derna, ma tre giorni dopo, favoriti dall’oscurità della notte, grossi nuclei turco – arabi, avvicinatisi alle linee, tentarono di penetrarvi e di aggirarle. Il pronto intervento dei reparti, sostenuto dal fuoco delle batterie campali e dai cannoni della nave S. Marco costrinse il nemico a ripiegare. Il capitano De Rossi, aiutante maggiore del I battaglione, appena delineatasi l’offensiva nemica, si portò in prima linea e si gettò nella mischia trascinando i fanti col suo ardimentoso esempio. Colpito all’addome, spirò fra i suoi soldati che aveva condotto alla vittoria.
Alla sua memoria venne concessa con r. d. 22 marzo 1913 la medaglia d’oro al v. m. Dice la motivazione: Funzionante da aiutante maggiore di battaglione, coadiuvò con prontezza ed intelligenza il proprio comandante all’iniziarsi di un furioso ed improvviso attacco nemico. Incerta ancora la situazione, si recò verso il ciglio di un vallone per riconoscere l’occupazione e, visto un forte gruppo nemico che dal versante opposto era sceso in fondo al burrone per risalirlo, si slanciava con la rivoltella in pugno alla testa di un reparto per attaccarlo, trascinando tutti col suo ardimentoso esempio. Ferito gravemente, spirava dopo due ore, durante le quali, non pensando a sé, si preoccupò solo dell’esito del combattimento. – Kasr-ras-el-Leben (Libia), 17 settembre 1912.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1871 al 1914,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1958,    p. 136.