GUFFANTI Alessandro

GUFFANTI ALESSANDRO035di Angelo e di Clementina de Vecchi, nacque a Rovescala di Pavia il 10 maggio 1876 e morì in combattimento a Derna il 3 marzo 1912.
Da suo padre, che aveva combattuto per l’indipendenza d’Italia tra i volontari garibaldini, apprese l’amore per la Patria e la religione del dovere.
Allievo della Scuola Militare di Modena, ottenne la nomina a sottotenente, ancora diciannovenne, nel novembre 1895, nel 1° reggimento fanteria ed a tenente nel giugno 1899. Alcuni anni dopo si recò nel Congo al servizio del Governo belga e per tre anni assolse pericolosi incarichi in quel vasto territorio.
Rientrato in Patria con la promozione a capitano, nel gennaio 1911, passò al 14° reggimento.
Alla dichiarazione di guerra con la Turchia, ottenne di essere destinato al 35° reggimento ed assunse il comando della 5^ compagnia con la quale sbarcò a Derna nel gennaio 1912. Venne subito impiegato nella difesa della piazza e respinse ripetuti attacchi delle ingenti forze di Enver Bey, specialmente quelli sferrati nella notte sul 12 febbraio contro la ridotta A, da lui presidiata.
Un nuovo e più poderoso attacco fu tentato da Enver Bey la mattina del 3 marzo. Alle ore 8 di quel giorno, infatti, mentre procedevano i lavori di rafforzamento delle fortificazioni sotto la protezione delle fanterie, gli arabo – turchi attaccarono di sorpresa. Il capitano Guffanti, che con la sua compagnia si trovava di riserva in un valloncello presso i ruderi del Marabutto, si portò in soccorso alle fanterie che sulla sommità della collina, mentre le artiglierie vi prendevano posizione, stavano per essere sopraffatte. Di slancio, a baionetta inastata, condusse i suoi uomini all’assalto; la lotta si accese accanita in ogni cespuglio, in ogni piega del terreno contro un nemico enormemente superiore di numero e che, imbaldanzito dal successo, voleva ad ogni costo impadronirsi delle artiglierie.
Il capitano Guffanti fu esempio mirabile di ardimento ai suoi soldati e non ristette un momento dal portarsi là dove più violenta era la battaglia, riuscendo infine a ricacciare il nemico dalle linee occupate. Ferito più volte, restò al suo posto di combattimento e cadde nell’estremo tentativo di trascinare i suoi soldati alla vittoria.
Alla memoria del valoroso ufficiale fu concessa la medaglia d’oro al v. m. con r. d. 8 novembre 1912. Dice la motivazione: Venuto a conoscenza che una sezione d’artiglieria da montagna era per soccombere sotto un impetuoso attacco nemico, con slancio leonino trascinava la sua compagnia a risoluti attacchi alla baionetta e riusciva a salvare i pezzi. Cadeva poi eroicamente colpito a morte, gridando Viva l’Italia. – Derna, 3 marzo 1912.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1871 al 1914,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1958,    p. 112.