BERETTA Luigi

BERETTA LUIGI028di Carlo, e di Matilde Novarese, nacque a Tonco Monferrato il 17 agosto 1810 e morì in combattimento a S. Martino il 24 giugno 1859.
Ammesso come cadetto nella brigata Aosta il 20 marzo 1829, fu nominato nell’aprile 1833 sottotenente d’ordinanza nel 2°, poi 4°, reggimento della brigata Piemonte ove rimase anche con la successiva promozione a luogotenente nel luglio 1839. Promosso capitano, il 24 marzo 1848, fu inviato in Lombardia a disposizione del Governo provvisorio che ivi si era costituito. Durante la campagna del 1848 a Brescia formò un battaglione di volontari, del quale assunse il comando col grado di maggiore, e fu impegnato nella difesa della linea tra lo Stelvio ed il Tirolo. Il primo giugno successivo ebbe, sempre dal Governo provvisorio, il comando del 1° reggimento di linea bresciano inquadrato nella divisione comandata dal Griffini.
Rientrò in Piemonte dopo l’armistizio, riprese servizio nell’Armata sarda e comandò il 9° battaglione provvisorio lombardo. Non ebbe parte attiva nella breve campagna del 1849.
Il 22 marzo 1855, con la promozione a luogotenente colonnello, assunse il comando del 9° battaglione bersaglieri partecipando alla spedizione in Crimea ove meritò la Legion d’Onore. Colonnello nel1858, ebbe il comando del 7° reggimento fanteria della brigata Cuneo.
Nella seconda guerra d’indipendenza alla testa del suo reggimento, nel fatto d’armi del 30 maggio 1859, a Vinzaglio, meritò la nomina a cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia. A San Martino, il 24 giugno successivo, rifulsero nel loro maggiore splendore le virtù eroiche del prode colonnello Beretta. Giunta la 3^ divisione davanti alla posizione di S. Martino, saldamente presidiata dalle truppe dell’VIII Corpo austriaco (tenente maresciallo Benedek) e portatasi all’offensiva, si lanciò all’attacco energicamente con la brigata Cuneo, ma non riuscì ad aver ragione del nemico e fu respinta. Un rinnovato tentativo della 5^ divisione ebbe ancora esito negativo.
Nel tardo pomeriggio, mentre i Francesi avanzavano sulle colline di Solferino, la 3^ e 5^ divisione ripresero i loro assalti contro le alture di S. Martino. Nei vari e ripetuti attacchi alla baionetta, dopo aver dato singolare prova di ardimento, sempre primo fra i primi, il Beretta guidando il reggimento con grande perizia su per l’aspro e conteso pendìo, intensamente battuto dalla mitraglia e dalla fucileria austriaca, colpito al cuore da pallottola nemica, trovò gloriosa morte fra i suoi soldati. Alla di lui memoria fu concessa con regio decreto 12 luglio 1859 la medaglia d’oro al valore per l’energia, l’intelligenza e il coraggio con cui condusse il reggimento al fuoco. Cadde estinto sul campo di battaglia.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.84.