VAILLANT GIOVANNI BATTISTA Filiberto
di Uberto e di Bernarda Canquoin, nacque a Digione il 6 dicembre 1790 e morì a Parigi il 4 giugno 1872.
Dopo aver frequentato il Politecnico e la Scuola d’Applicazione di Metz, fu nominato tenente del genio nel 1811. Ufficiale dell’Esercito napoleonico, capitano aiutante di campo del generale Haxo, si segnalò nella campagna di Russia del 1812. Prigioniero di guerra nel 1813, rientrò in Francia nel 1815 e prese parte, durante i cento giorni, alle battaglie di Ligny, di Waterloo e alla difesa di Parigi ove rimase anche ferito. Promosso maggiore nel 1826, fu comandante di uno dei battaglioni del genio nella spedizione in Algeria del 1830 e condusse le operazioni d’assedio del forte Imperatore. Ferito in combattimento, a riconoscimento del suo valore, ebbe al ritorno in Francia la promozione a tenente colonnello, poi, nel 1833, dopo l’assedio d’Anversa, la nomina a colonnello di stato maggiore ed il comando del 2° reggimento del genio.
Nel 1837 tornò in Africa a dirigere i lavori di difesa di quel territorio ed ebbe, nel 1838, la promozione a generale di brigata. Fu quindi insegnante nella Scuola Militare dal 1838 al 1840 e direttore dei lavori di fortificazione di Parigi tra il 1840 ed il 1848. Nel 1849, generale di divisione, comandò il genio del Corpo di spedizione del generale Oudinot all’assedio di Roma.
Il 2 dicembre 1851 aderì al colpo di Stato del Bonaparte il quale lo nominò maresciallo di Francia, senatore e, nel 1854, ministro della guerra.
Alla vigilia della campagna d’Italia nel 1859 assunse le funzioni di capo di stato maggiore dell’Esercito imperiale destinato ad operare in Piemonte.
Provvide alla mobilitazione dell’Esercito imperiale ed al trasferimento delle truppe in Italia servendosi di tutti i mezzi di trasporto, per ferrovia, per via ordinaria e per mare. A Genova organizzò un comando di smistamento che permise, per la perfetta sua organizzazione, il trasferimento senza soste nella zona di operazione dei reparti sbarcati.
Fu collaboratore alacre, capace e devoto del Comandante in capo, Napoleone III, nella formazione dei piani di guerra e nella preparazione degli ordini che portarono gli eserciti alleati dalla destra del Po alla manovra di avvolgimento delle forze austriache con le battaglie di Magenta il 4 giugno e di Solferino il 24 giugno. Dopo l’armistizio di Villafranca rimase ancora in Lombardia alcuni mesi al comando di un Corpo di occupazione.
A riconoscimento del valore dimostrato sui campi di battaglia e della decisiva parte avuta nella conclusione della campagna, il Governo piemontese volle conferire al Vaillant la medaglia d’oro al valore per essersi distinto in tutta la campagna del 1859.
G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Grafischena], Roma 1950, p.256.