BERGIA Chiaffredo

BERGIA CHIAFFREDO103di Battista e di Caterina Bonetto, nacque il 1° gennaio 1840 a Paesana, presso Saluzzo, e morì a Bari il 2 febbraio 1892.
Nell’Arma benemerita alla quale appartenne, illustrò il suo nome con la qualifica di eroe leggendario. Arruolatosi carabiniere nella 14^ legione nel febbraio 1861 e destinato nelle province dell’Italia centro-meridionale ove imperversava il brigantaggio, sobillato dagli spodestati Borboni, il Bergia mise ben presto in risalto le forti virtù del suo carattere e le eccezionali doti del suo animo ardito e generoso.
Ancora semplice carabiniere, il 19 agosto 1862, ebbe una citazione all’ordine del giorno dell’Arma pel coraggio col quale affrontò una banda di briganti nelle campagne di Scanno, nell’Aquilano; pochi giorni dopo, ebbe di nuovo altra citazione per l’operazione contro una banda d’armati, composta di 25 briganti e 50 volontari spagnuoli, in quello stesso territorio.
Nell’aprile 1863 si difese da solo, essendo rimasto ferito il carabiniere che l’accompagnava, da una diecina di briganti della banda Tamburino e ne fu premiato con una medaglia d’argento al valore.
Fu promosso brigadiere per merito di guerra nel 1867 per i segnalati servizi resi in dipendenza dello stato di guerra ancora in atto nelle province meridionali. Nello stesso anno, il 29 novembre, ottenne una menzione onorevole per la bravura e il coraggio dimostrati nell’affrontare e trarre in arresto un temibile brigante. Quindi, il 17 giugno 1868, ebbe la seconda medaglia d’argento per l’eccezionale sangue freddo col quale attaccò ed uccise il brigante Palombieri che si aggirava per le montagne del Teramano guidando bande di armati provenienti dal vicino Stato romano.
La medaglia d’oro al valore gli fu conferita con regio decreto 15 febbraio 1871. Dice la motivazione per l’eroico coraggio onde incontratosi con cinque capi briganti nel bosco Dogliola e Furci (Vasto) il 27 settembre 1870 e 2 ottobre detto, tre rimasero uccisi in personale conflitto ed arrestati gli altri e così fu ritornata la pubblica tranquillità nella provincia di Chieti.
Nel luglio 1871, lottando ancora contro il brigantaggio, meritò la croce di cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia e qualche mese dopo, l’8 ottobre, ottenne la terza medaglia d’argento al valore per l’ardimento di cui dette prova nel conflitto nel quale fu ucciso il brigante Del Guzzo.
Fu promosso maresciallo nel dicembre dello stesso anno e, trasferito in territorio di Roma, nell’aprile 1872, ottenne la seconda menzione onorevole.
Passato alla legione di Milano nel 1877, conseguì la promozione a sottotenente nel febbraio 1880. Fu promosso poi tenente nel 1883 con destinazione a Torino e quindi capitano, nel dicembre 1891, assegnato alla legione di Bari.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.246.