Amedeo Ferdinando Maria di SAVOIA-Duca D’Aosta

AMEDEO FERDINANDO MARIA DI SAVOIA062figlio di Vittorio Emanuele e di Maria Adelaide di Lorena, nacque a Torino il 30 maggio 1845 e ivi morì il 18 giugno 1890.
A quattordici anni aveva già avuto la nomina a capitano nel 5° reggimento fanteria e nel 1860 la promozione a maggiore; ma già la 1^ legione della Guardia Nazionale, milanese lo aveva acclamato, l’8 gennaio dello stesso anno, suo colonnello titolare.
Promosso colonnello nel 1863, il 30 luglio 1864 assuse il comando del 1^ reggimento fanteria e l’anno successivo quello del reggimento Lancieri di Novara.
Alla vigilia della terza campagna di guerra per l’indipendenza, il 3 maggio 1866, fu promosso generale, comandante della brigata Granatieri di Lombardia, ed assegnato alla 3^ divisione del I Corpo d’armata.
La mattina del 24 giugno la brigata, che aveva occupato il giorno innanzi l’altopiano di Pozzolo senza incontrare resistenza, mosse per Valeggio, Custoza e Sommacampagna verso Sona. Impegnato il combattimento prima che la divisione avesse attuato lo schieramento, tra M. Croce e M. Torre, la brigata Granatieri di Lombardia, destinata in un primo momento alla riserva, fu chiamata a prendere posizione all’estrema sinistra per fronteggiare la minaccia austriaca e quindi lanciata all’assalto per la strada che sale la collina tra Custoza e M. Torre. Animata dallo slancio e dall’ardire del giovane comandante, mosse all’attacco di palazzo Baffi e dei casolari di Gorgo, già in parte occupati dal nemico. Nel fervore della lotta, nei pressi di Cascina Cavalchina, lo stesso comandante, sempre primo nel pericolo, rimase gravemente ferito al petto da palla di fucile e, rifiutato ogni soccorso, continuò a combattere.
Per il superbo ,contegno tenuto al fuoco, Amedeo di Savoia fu decorato di medaglia d’oro al valore militare con regio decreto 5 dicembre 1866 pel brillante valore dimostrato muovendo arditamente alla testa della sua brigata all’attacco dei cascinali occupati dal nemico a M. Croce, dove fra i primi rimase ferito da palla di fucile.
Conclusa la campagna e guarito della ferita, ebbe il comando di una brigata di cavalleria e successivamente passò a comandare l’Arma nel dipartimento di Verona. Ebbe anche il grado di vice ammiraglio nel1867 e nel1869 comandò la Squadra del Mediterraneo.
Accettò la Corona di Spagna e nel breve tempo del suo regno ivi fu esempio di moderazione e d’attaccamento al dovere. Tornato in Italia fu nominato nel febbraio 1873 ispettore generale dell’Esercito e nell’ottobre 1887 ispettore generale della cavalleria.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.164.