BELLI Carlo Emanuele

BELLI CARLO099di Bartolomeo e di Anna Nobili, nacque a Roma il 5 ottobre 1818 e ivi mori il 26 aprile 1888.
Giovanetto militò, dall’ottobre 1834 al maggio 1836, in qualità di cadetto nell’artiglieria dell’Esercito pontificio. Congedatosi, prosegui gli studi e nel 1844 fu diplomato perito agrimensore nell’Archiginnasio Romano.
Il 1° ottobre 1847 ebbe la nomina a sottotenente nella Guardia Civica e l’anno successivo fece parte dei volontari romani che sotto gli ordini del generale Giovanni Durando parteciparono alla prima campagna d’indipendenza, distinguendosi nella difesa di Vicenza fra il 5 e il 10 giugno.
Rientrato a Roma nel novembre dello stesso anno, passò al servizio del Governo provvisorio della Repubblica col grado di tenente in 2^ nell’artiglieria e si segnalò nel combattimento del 30 aprile 1849 a Porta S. Pancrazio, con le truppe volontarie di Garibaldi, rimanendovi anche ferito.
Avvenuta la restaurazione del Governo Pontificio nel luglio 1849, rifiutò qualsiasi compromesso politico e fu tra quelli che sempre auspicarono l’indipendenza d’Italia.
Nel 1859, quando il Piemonte dichiarò per la seconda volta guerra all’Austria, il Belli, indossò nuovamente la divisa di ufficiale e si arruolò, col grado di tenente, nelle truppe del Governo provvisorio della Romagna, assegnato al 20° reggimento fanteria della divisione Mezzacapo. Fu promosso capitano il 16 agosto 1859. Con decreto del governatore generale delle province dell’Emilia, passò in servizio attivo, nel gennaio dell’anno successivo, nei battaglioni di guarnigione al Brescello, testa di ponte sul Po per la difesa del territorio; poi, dopo due mesi, entrò a far parte dell’Armata sarda, assegnato al 12° reggimento fanteria.
Il 25 giugno 1865 fu promosso maggiore nel 70° reggimento della brigata Ancona ed ebbe l’incarico di relatore. Nel settembre 1866 si trovava a Palermo, comandante il deposito del reggimento che aveva sede nel forte di Castellammare situato nella parte più alta della città. Scoppiata nella notte sul 16 settembre l’insurrezione egli, con i pochi uomini a disposizione, provvide alla difesa del forte e resisté con ammirabile energia ed alto sentimento del dovere a tutti i tentativi degli insorti per impadronirsi del deposito, delle due polveriere e di 27 mila fucili ivi conservati.
Fu perciò decorato della medaglia d’oro al valor militare con regio decreto 31 gennaio 1867 per aver difeso con ammirabile energia il forte di Castellammare dal 16 al 23 settembre 1866.
Collocato in aspettativa nell’ottobre 1868, si diede all’insegnamento di lingue straniere e visse in povertà, fiero solo del dovere compiuto in ogni circostanza per la Patria.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.238.