FERRARI Luigi
di Bartolomeo e di Letizia Fazzi, nacque a Castelnuovo Magra, presso La Spezia, il 3 ottobre 1826 e ivi morì il 22 ottobre 1895.
Prode soldato quanto stimato cittadino, nell’un campo e nell’altro, nella vita militare come nella vita civile, rese inestimabili servizi al Paese.
Arruolatosi volontario nel 1845 nel Corpo dei bersaglieri partecipò, come caporale, alla campagna di guerra per l’indipendenza, nel 1848, distinguendosi nei combattimenti. Fu promosso sergente nel luglio dell’anno successivo.
Nella seconda campagna d’indipendenza, col 5° battaglione bersaglieri assegnato alla 5^ divisione, nella battaglia di San Martino, il 24 giugno 1859, meritò per il coraggio e l’ardimento una medaglia d’argento al valore. Promosso sottotenente nel febbraio 1860 prese parte alla campagna nelle Marche e, nell’assedio di Ancona, il 29 settembre, meritò la seconda medaglia d’argento al valore perché fu tra i primi ad entrare nel Lazzaretto passando per una cannoniera. Si distinse successivamente nel combattimento del Macerone ed all’assedio di Gaeta, il 13 febbraio 1861, ottenne per il valore dimostrato una menzione onorevole.
Promosso tenente nel febbraio 1862, col 6° battaglione bersaglieri fece parte della colonna comandata dal colonnello Pallavicini di Priola che ebbe il duro incarico, imposto dalle condizioni politiche del tempo, di portarsi all’estremo limite della Calabria per arrestare, comunque, l’avanzata di Garibaldi che, proveniente dalla Sicilia, voleva portarsi a Roma con le camicie rosse. Nello scontro avvenuto ad Aspromonte il 29 agosto, il Ferrari, calmo e sereno, sebbene gravemente ferito, mantenne il suo posto di comando per aiutare ancora il suo capitano animando con la parola, nel difficile compito, i propri dipendenti. La sua condotta rivelò in lui, oltre che una straordinaria forza d’animo, una grande superiorità dello spirito, in quanto solo l’altissimo sentimento del dovere poté far superare al suo animo il grande dolore di dover condurre i suoi bersaglieri a battersi contro Giuseppe Garibaldi ed i suoi volontari.
Per l’intrepido comportamento il Ferrari fu decorato della medaglia d’oro al valore militare con regio decreto 30 settembre dello stesso anno perchè quantunque ferito non cessò dal combattimento, continuando a coadiuvare il proprio capitano animando con la voce e con l’esempio i propri subordinati.
In seguito alla grave ferita riportata, subì l’amputazione del piede sinistro e, non più idoneo al servizio attivo, passò nella riserva.
Fu sindaco di Castelnuovo Magra dal 1887 al 1895 dimostrandosi saggio ed illuminato amministratore.
G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Grafischena], Roma 1950, p.160.