FUGGETTA Gaetano

 

FUGGETTA GAETANO076di Michele e di Maria Bottaro, nacque il 2 giugno 1841 a Siracusa ed ivi morì il 21 luglio 1884.
Nato dal popolo, da esso attinse quelle mirabili virtù della stirpe che lo fecero generoso seppure modesto lavoratore nelle feconde opere di pace.
Chiamato alle armi con la sua classe nel 1862, fu assegnato al 51° reggimento fanteria della brigata Alpi in servizio provinciale e vi rimase fino al 1° ottobre 1864. Nella imminenza della terza campagna di guerra contro l’Austria fu richiamato alle armi il 21 maggio 1866, rientrò al reggimento e fu assegnato alla 2^ compagnia.
La brigata Alpi  che faceva parte della 9^ divisione, passò il Mincio presso Goito, la sera del 23 giugno. Per l’improvviso cannoneggiamento che annunciava un serio combattimento impegnativo su tutta la linea, celermente la divisione fu portata al fuoco e il 51° reggimento ebbe il compito di concorrere alla occupazione di M. Torre, dove già combattevano da parecchie ore, con alterna vicenda, i granatieri di Sardegna della 3^ divisione. In quell’epico combattimento rifulsero le virtù eroiche del soldato Fuggetta. Sempre fra i primi all’assalto, nel momento critico della battaglia spostatasi sulle alture di Custoza, dove i ripetuti attacchi e il preciso tiro delle artiglierie rendevano difficile la resistenza, seppe rivelare di quale tempra fosse il suo carattere e palesare quale grande cuore pulsasse nel suo petto. Trasformatosi da fante in artigliere puntò, caricò e fece fuoco con un pezzo rimasto senza serventi e provvide da solo anche al munizionamento quando i compagni che lo coadiuvavano furono obbligati ad imbracciare il fucile per tenere lontano i nemici più arditi che avanzavano. Costretto a seguire nella ritirata i pochi superstiti, trascinò indietro a braccia il cannone avvalendosi di alcuni soldati volenterosi da lui riuniti. Ferito ad un braccio e poi colpito nuovamente ed in modo grave all’altro braccio ed al petto, continuò tuttavia ad incitare i soldati a proseguire nell’opera di salvataggio del pezzo. Fu raccolto sul campo grondante sangue dalle gravi ferite ed il Comando austriaco cavallerescamente segnalò a quello italiano l’eroismo del valoroso soldato, che, per il suo ardimento, aveva destata la più alta ammirazione. Fu perciò premiato con la medaglia d’oro e fu l’unico fante-artigliere che ottenne il più alto segno del valore nella giornata di Custoza. Il regio decreto di concessione in data 6 dicembre 1866 dice: Per salvare due pezzi d’artiglieria, al che la sua opera fu efficace, riportò due ferite.
Rientrato in Patria dalla prigionia il 24 agosto dello stesso anno, fu collocato in congedo il 27 novembre 1867, in seguito alle ferite riportate in combattimento.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.192.