MARCHESI DE TADDEI Malachia

MARCHESI DE TADDEI073di Luigi e dì Carolina de Cristoforis, nacque a Casalmaggiore presso Cremona il 19 agosto 1834 e morì a Napoli il 23 gennaio 1878.
Come suddito austriaco, iniziò la carriera militare in quell’Esercito ove dovette arruolarsi quale soldato di leva, nell’11° reggimento ulani, nel1854. Conseguì la nomina ad ufficiale nell’agosto 1858, ma l’anno successivo, dopo la cessione della Lombardia al Piemonte, si dimise. Nel1860 volle arruolarsi fra i volontari bolognesi che si apprestavano a partecipare alla campagna di guerra nell’Italia meridionale. In tal modo entrò a far parte, come sottotenente nel 1° reggimento della brigata Sacchi, delle file garibaldine dei Mille.
Quindi passò nei quadri attivi dell’Esercito sardo, quale luogotenente nei Cavalleggeri di Lodi conseguendo, nel maggio 1862, la promozione a capitano dei Cavalleggeri di Alessandria.
Nella terza campagna d’indipendenza ebbe il comando del 3° squadrone del reggimento che costituiva l’avanguardia della 16^ divisione. Giunto in prossimità del villaggio di Villafranca ed avuta notizia che dalla stazione ferroviaria un convoglio nemico era in procinto di ritirarsi in Verona, prontamente vi accorse e lo catturò con tutto il personale che vi era addetto. Poco tempo dopo, accortosi che alcuni squadroni di ulani della brigata di cavalleria  Pultz caricavano decisamente le truppe della divisione, con prontezza ed impareggiabile ardire, li caricò a sua volta sul fianco col suo squadrone. Deviò, l’accorto intervento, la grave minaccia che si presentava per le fanterie piemontesi e fu così efficace che la cavalleria austriaca cadde sui quadrati della brigata Parma che erano stati preparati per la resistenza.
In tale circostanza, per la sua magnifica condotta di comandante e di soldato, il Marchesi fu decorato di medaglia d’oro al valore militare con regio decreto 6 dicembre 1866 per avere spinto all’approssimarsi della cavalleria nemica il suo squadrone alla carica con molto slancio e coraggio. Nella mischia col nemico ebbe il cavallo mortalmente ferito. A piedi e circondato da alcuni ulani si difese valorosamente e fu ferito in un piede. Ciò malgrado riuscì a liberarsi, prese un cavallo nemico, rimontò in sella, ricondusse più volte il suo squadrone alla carica nel combattimento di Villafranca del 24 giugno 1866.
Promosso maggiore nel Foggia Cavalleria nel novembre 1872, cinque anni dopo nel luglio 1877 ebbe la promozione a tenente colonnello nel reggimento Cavalleggeri di Lucca.
La morte lo colse ancora nel vigore delle forze e ne spezzò l’esistenza gloriosa di soldato e di cavaliere intrepido. Nell’Arma il suo nome è ricordato come simbolo del valore e del sacrificio.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.186.