TROMBONE DE MIER Giuseppe

TROMBONE GIUSEPPE070di Angelo e di Luigia de Mier, nacque a Vercelli il 13 luglio 1822 e morì il 15 agosto 1866 nell’ospedale militare austriaco di Verona, in seguito alle ferite riportate nel combattimento di Custoza.
Discendente da famiglia patrizia preferì la carriera delle armi a quella del sacerdozio alla quale dapprima era stato destinato. Fu una magnifica figura di soldato e di patriota ed ebbe parte gloriosa nella epopea nazionale del Risorgimento dal 1848 al 1866.
Si arruolò il 2 gennaio 1843 nel 1° reggimento granatieri della brigata Guardie, e vi ottenne successivamente i galloni di caporale e di sergente.
Promosso sottotenente nel marzo 1848 e tenente nel 1849 partecipò alla prima campagna d’indipendenza nel 15° reggimento fanteria della brigata Savona. A Novara, il 23 marzo 1849, fu due volte ferito e meritò per la bravura spiegata una medaglia d’argento al valore.
Nel 1855-1856 fu in Crimea col Corpo di spedizione sardo.
Nella campagna del 1859, quale capitano, comandò la 2^ compagnia del 10° reggimento fanteria e si battè valorosamente il 21 maggio al passaggio della Sesia, ove rimase anche ferito. In tale circostanza fu nominato cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia.
L’anno successivo prese parte alla campagna per l’annessione delle Marche e dell’Umbria. Il 18 settembre 1860, nel fatto d’armi di Loreto, presso Castelfidardo, fu mirabile esempio di coraggio ed ebbe la promozione a maggiore per merito di guerra. In quel combattimento, nel quale la Bandiera del reggimento fu decorata di medaglia d’oro, il Trombone si lanciò animosamente nella lotta e, sebbene otto volte ferito da arma bianca, fu intrepido ed eroico fra i suoi soldati che ammirati di tanto stoico valore moltiplicarono le energie combattive fino alla vittoria.
Nella terza guerra d’indipendenza, con la promozione a tenente colonnello, assunse il comando del 43° reggimento fanteria della brigata Forlì, inquadrato nella 1^ divisione comandata dal generale Cerale. Il 24 giugno 1866, alla testa del suo reggimento assalì il nemico sulle alture intorno a Custoza e si difese poi con ostinato vigore fino a quando, gravemente ferito, cadde prigioniero degli Austriaci che lo raccolsero sul campo con reverente ammirazione per l’indomito coraggio con il quale aveva combattuto. Cinquanta giorni dopo morì nell’ospedale militare austriaco di Verona e gli Austriaci resero al valoroso soldato gli onori militari.
Alla sua memoria fu conferita la medaglia d’oro al valore con regio decreto 6 dicembre 1866 per essersi distinto nella battaglia di Custoza, ove sebbene ferito continuò a combattere con eroismo animando i soldati ad ostinata pugna e fu ammirabile la sua intrepidezza.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.180.