PUCCI BONCAMBI Marcello

nasce il 21 luglio 1904 a Perugia (https://it.wikipedia.org/wiki/Marcello_Pucci_Boncambi). Capitano di fregata s.p.e. (servizio permanente effettivo).

Di antica e nobile famiglia perugina, figlio del generale Vittorio, entrò tredicenne all’Accademia Navale di Livorno uscendone guardiamarina nel luglio 1922. Sottotenente di vascello nel 1924 e tenente di vascello nel 1927, l’anno dopo, frequentato il 5° corso di osservazione aerea, fu messo a disposizione dell’Aeronautica. Pioniere della cooperazione aereo navale, ebbe importanti incarichi fra cui quello di insegnante di arte militare navale alla Scuola di osservazione aerea di Grottaglie. Promosso capitano di corvetta nel 1936, prendeva parte alle operazioni di guerra in A.O. (Africa Orientale) a bordo del Pigafetta, quindi, prestò servizio ad Augusta nelle squadriglie idrovolanti 186^ e 184^, a Messina nel servizio aereo del Comando M.M. (Marina Militare) ed infine a Napoli, dal dicembre 1938 al gennaio 1939. Frequentata a Roma la Scuola di guerra aerea prendeva parte, a bordo del Cigno, allo sbarco in Albania nell’aprile dello stesso anno. Chiamato a far parte del Comando Supermarina dal 20 Maggio 1940, vi fu promosso capitano di fregata nel febbraio 1941. Il 6 agosto 1943 assumeva il comando del Granatiere e, dal dicembre 1943, quello della Difesa marittima di La Maddalena. Incaricato di risolvere una grave vertenza sorta a Bastia fra marinai italiani e francesi, prendendo imbarco col tenente di vascello Sarti il 10 aprile 1944, partiva sul M.A.S. (Motoscafo Armato Silurante)  505 al comando del sottotenente di vasco Sorcinelli.

Ufficiale superiore imbarcato con compiti di servizio su M.A.S. che si trasferiva in base navale avanzata, veniva aggredito assieme ad altri due ufficiali da elementi faziosi che con armi alla mano intimavano di cedere al loro intendimento di consegnare l’unità al nemico oppressore. Benché la Patria fosse divisa in due campi, gli spiriti e le coscienze tormentati da una dolorosa, critica situazione, non dubitava un istante sul dovere da compiere, affrontava coraggiosamente gli aggressori e cadeva colpito al petto nell’impari violenta lotta. Sacrificando se stesso riaffermava le più elevate tradizioni dell’onore militare e della Marina cui apparteneva. Mar Tirreno, 10 aprile 1944.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 425.