ROSSONI Giordano Bruno

nasce il 29 novembre 1907 a Padova (https://www.anpi.it/donne-e-uomini/2026/giordano-bruno-rossoni). Capitano s.p.e. A.A.r.n. (servizio permanente effettivo Arma Aeronautica ruolo naviganti), pilota, partigiano combattente.

Aviere, volontario nel febbraio 1926, fu ammesso un anno dopo ad un corso di pilotaggio come allievo sergente pilota. Promosso aviere scelto nel giugno 1927, nel gennaio 1928 consegui il brevetto di pilota militare e il grado di sergente. Congedato nel 1930, fu richiamato a domanda l’anno dopo; promosso sergente maggiore nel 1935, venne nominato sottotenente di complemento nell’aprile 1936 ed inviato in A.O. (Africa Orientale) partecipando alle operazioni in Etiopia. Rimpatriato nell’aprile 1938 col grado di tenente in s.p.e., fu promosso capitano nel settembre 1940 e, nominato comandante di squadriglia, prestò servizio nel 200 stormo O.A. (Osservatore dell’Aeroplano), poi al 760 gruppo autonomo O.A. ed infine, dal febbraio 1942, nel 158° gruppo autonomo d’assalto. Ricoverato in ospedale per ferite nel novembre dello stesso anno, riprese servizio nel maggio 1943 a Padova, nel battaglione presidiario della 2^ squadra aerea, dove trovavasi alla dichiarazione dell’armistizio. Portatosi a Bari ed assunto in forza dal Comando della 4^ squadra aerea, nel gennaio 1944 fu messo a disposizione del Comando Supremo per il S.l.M. (Servizio Informazioni Militari).

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) sul campo (Cielo di Marsa Matruch, giugno 1942); trasferito in s.p.e. per meriti di guerra (A.O., 1937).

Dopo l’armistizio, cessata ogni possibilità di resistenza, varcava animosamente le linee del fronte per congiungersi alle truppe fedeli ed, offertosi volontario per una pericolosa missione, veniva sbarcato da un sommergibile sul litorale veneto. In sei mesi di coraggiosa ed intelligente attività rendeva, nel campo informativo, servizi vivamente apprezzati. Caduto in mani tedesche e più volte sollecitato ad entrare al servizio del nemico, sempre rifiutava per quanto ben consapevole che solo così avrebbe potuto salvare la vita e, disdegnando ogni doppio gioco o morale compromesso, con nobile testimonianza, asseriva di voler lasciare alla moglie e al figlio, che teneramente amava, pura eredità di memoria. Manteneva e fermamente rinnovava questo suo divisamento fra le lusinghe e brutali sevizie nei campi di internamento tedeschi e, soldato fedele, veniva dalle SS. germaniche barbaramente soppresso. Mathausen (Germania), 27 dicembre 1944.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 605.