FORTUNA Oreste

n. 1893 Potenza. 1° Capitano fanteria s.p.e. (servizio permanente effettivo), 4° reggimento fanteria carrista.

Nel 1911, diciottenne, si arruolò volontario nel reggimento cavalleggeri Foggia (11 °) per partecipare alla guerra libica congedandosi nel dicembre 1914 per fine ferma. Richiamato alle armi per mobilitazione nel giugno 1915 col grado di sergente passò volontario nella specialità autoblindomitragliatrici di nuova costituzione e con la 1^ squadriglia combatté sull’Isonzo e in Valsugana. Nominato aspirante ufficiale nel 1916 ed assegnato al 13° reggimento bersaglieri vi fu promosso sottotenente di complemento nel maggio 1917. Trasferito al V battaglione bersaglieri ciclisti e promosso tenente nel settembre dello stesso anno, al comando della compagnia mitraglieri protesse il ripiegamento dei reparti sul Piave nell’ottobre successivo; quindi partecipò alla battaglia del giugno 1918 ed entrò a Trieste fra i primi dopo i combattimenti di Vittorio Veneto. Congedato nel 1919, fu richiamato l’anno dopo quale volontario per l’Albania. Assegnato alla 15^ squadriglia autoblindata della brigata d’assalto fu inviato nell’agosto 1920 nella Venezia Giulia e nella zona di Albana in Istria contribuì alla liberazione delle miniere carbonifere dell’Arsa. Nominato tenente in s.p.e. nel 1923, venne nel 1925 trasferito in Cirenaica, dove, con il Gruppo Lorenzini, partecipò alle operazioni del 29° parallelo per la riconquista della colonia. Rimpatriato nel 1928 e promosso capitano nel 1932, fu trasferito al 4° reggimento carristi. Quattro anni dopo, nel settembre partì per la Spagna al comando di una compagnia di carri d’assalto. Incorporato nel Tercio spagnolo, prese parte ai primi combattimenti sul fronte di Madrid. Ferito gravemente più volte sulla strada di Francia nel marzo 1937, rimpatriò nell’aprile dello stesso anno ottenendo dal Governo Spagnolo riconoscimenti e decorazioni. Promosso maggiore per meriti eccezionali nel 1938, prese parte dal giugno 1940 alla seconda guerra mondiale come comandante della difesa costiera di Terracina e del presidio militare. Successivamente ebbe incarichi vari e con la promozione a tenente colonnello venne nominato giudice presso il Tribunale Militare di Roma. Promosso colonnello nel gennaio 1948 e generale di brigata nel febbraio 1954, fu collocato in congedo assoluto nel 1956 e iscritto nel R.O. (Ruolo d’Onore) quale invalido di guerra. Nel 1961 fu promosso generale di Divisione. Fu ferito sette volte in combattimento. Risiede a Roma.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) (Collalto, 1918); M.A. (Alazores- Leon, 1937); M.B. (Medaglia bronzo) (Sciafa, 1926); M.B. (Sirtica- Sciafa, 1928); Cr. g. al V.M. (Croce di guerra al Valor Militare) (Pradamano, 1917).

Comandante di compagnia carri d’assalto, di provato ardimento, più volte decorato al valore, nelle fortunose vicende di una dura battaglia, agendo di propria iniziativa, disperdeva reparti nemici facilitando, in modo decisivo, l’assolvimento del compito della colonna cui era assegnato. Ferito da pallottola esplosiva al viso, nonostante la copiosa emorragia, continuava a combattere fino alla conquista dell’obiettivo riuscendo anche a catturare vari prigionieri, fra cui due ufficiali. Ferito ancora più gravemente una seconda volta, con quattro vertebre fratturate e sei contuse, nonostante le condizioni fisiche disperate, manteneva il comando del reparto e respingeva un contrattacco. Sopraggiunte le nostre fanterie, non ascoltando le preghiere dei dipendenti che lo invitavano a farsi medicare, si metteva alla testa dei superstiti carri efficienti reggendosi con una mano la testa all’altezza della feritoia e manovrando con l’altra la mitragliatrice, sorprendeva, assaltava e metteva in fuga un reparto avversario. Soltanto a notte inoltrata rientrava nelle nostre linee e, dopo aver riferito al suo superiore, consentiva a farsi medicare e ad essere sgombrato. Strada di FranciaTrijueque, 9 -12 marzo 1937.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 216.