CHIARADIA Dario

nasce nel 1901 a Caneva (Udine). Capitano complemento, 8° reggimento alpini, battaglione Cividale.

Dalla Scuola allievi ufficiali di complemento del C.d’A. (Corpo d’Armata) di Verona, uscì sottotenente il l0 agosto 1922 e assegnato all’8° reggimento alpini venne congedato nel marzo 1923. Conseguiti l’abilitazione magistrale e il diploma di segretario comunale, resse per molti anni l’ufficio di vice segretario del comune di Sacile. Entrata l’Italia nell’ultimo conflitto mondiale, si sottopose ad un intervento chirurgico pur di essere richiamato e il 6 aprile 1941, col grado di capitano, fu assegnato al battaglione Cividale dell’8° alpini che raggiunse in Albania. Rimpatriato col reparto l’anno dopo, nell’agosto 1942 partiva col reggimento per la Russia al comando della 20^ compagnia. Ferito il 5 gennaio 1943, decedeva all’ospedale di Rossoch il giorno dopo.

Volontario nella campagna di Grecia chiedeva insistentemente di poter partire per la Russia al comando di una compagnia alpina. Animatore di uomini sapeva forgiare il suo reparto al suo entusiasmo, alla sua fede, alla .sua ansia di combattere per la maggior gloria di Italia. Durante violentissimo attacco nemico, vista cadere in mano avversaria una quota di vitale importanza per il nostro schieramento, raccolti parte degli uomini del suo reparto, decisamente si lanciava al contrassalto, incurante del micidiale fuoco di armi automatiche, di mortai e di artiglierie avversarie, risalendo alla testa dei suoi alpini, galvanizzati da tanto esempio, la martoriata quota, strappandola al nemico. Per più ore si faceva animatore dell’ eroica difesa della posizione contro la violenta reazione del nemico, alpino tra i suoi alpini ai quali infondeva il suo spirito aggressivo, il suo cosciente sprezzo del pericolo, la sua tenacia, la sua incrollabile volontà di vittoria. Il giorno successivo ritornava rinnovando le epiche gesta del giorno precedente all’assalto della medesima quota riuscendo nuovamente a conquistarla. Colpito mortalmente con la visione del nemico in fuga, rifiutava ogni soccorso preoccupandosi soltanto della sorte dei suoi alpini per i quali aveva ancora nobili parole di incitamento, di ardente fede. Magnifica figura di eroico soldato d’Italia. Quota Cividale sul Nowo Kalitwa (Fronte russo), 4-5 gennaio 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 167.