BOSCHETTI  Erasmo

BOSCHETTI ERASMO 140di Francesco e di Tersicore Mattioli, nacque a Castiglione delle Stiviere di Mantova il 7 agosto 1870 e morì nell’ospedale militare di Udine il 3 dicembre 1916, in seguito a ferite riportate in combattimento.
Compiuti gli studi medi nel Collegio Vanzo di Milano, entrò allievo alla Scuola Militare di Modena. Nominato sottotenente nel 66° reggimento fanteria nel febbraio 1894, con la promozione a tenente, nel 1898, fu prima al 90° reggimento fanteria e poi all’8° Cuneo. Promosso capitano nel luglio 1909, fu trasferito al 7° fanteria, col quale partì per la Libia nel dicembre 1911, rimpatriando nel novembre 1912. Alla dichiarazione di guerra all’Austria, partì col reggimento per il fronte, il 24 maggio 1915 e prese posizione nella zona del passo del Tonale. Promosso maggiore per merito di guerra nel settembre, venne assegnato al 214° reggimento Arno col quale si trasferì nell’aprile 1916 in Albania. Rimpatriò nel giugno e fu inviato sull’Altipiano di Asiago per contrastare l’offensiva austriaca nel Trentino. Gravemente ferito il 17 giugno in combattimento sul Monte Lemerle fu, per il valore dimostrato, decorato di medaglia di bronzo al v. m. Ancora non perfettamente guarito dei postumi della ferita, ritornò al fronte ed assunse il comando del I battaglione del 206° reggimento fanteria della brigata Avellino, allora schierato nella zona di Gorizia. Inviato per rinforzare con due compagnie del battaglione i presidi nelle posizioni del San Marco contrattaccati in forze dal nemico, il 14 novembre, nonostante il fuoco violento dell’artiglieria avversaria, riuscì ad attestarsi a Casa due Pini. Sostituì quindi uno dei due comandanti di compagnia rimasto ferito nel combattimento e, sebbene già ferito egli stesso due volte, continuò calmo ed impavido ad incitare i suoi soldati a proseguire nell’azione. Portatosi allo scoperto per meglio rendersi conto della situazione, cadde colpito da una raffica di mitragliatrice e, costretto ad abbandonare il campo, morì pochi giorni dopo. Dice la motivazione della medaglia d’oro al v. m. concessa, con d. l. del 24 maggio 1917, alla memoria di questo prode ufficiale:

Durante un aspro combattimento, portatosi in testa al suo battaglione, incuorava i soldati ad attraversare un passaggio intensamente battuto dal fuoco avversario, dando loro esempio del più calmo e sereno sprezzo del pericolo ed esponendosi per primo alle offese del nemico. Ferito gravemente una prima volta, rimaneva al suo posto, continuando ad incitare i dipendenti; ferito una seconda volta, proseguiva nella sua eroica condotta, nascondendo a tutti con volto sereno le sue sofferenze, finché un terzo e più grave colpo, mettendolo quasi in fin di vita, lo obbligava a lasciare suo malgrado il combattimento. Spirava pochi giorni dopo in un ospedale, rivolgendo il suo pensiero alla Patria. Casa due Pini di San Marco (Gorizia), 14 novembre 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 308.