CORSI Guido

GUIDO CORSI111di Enrico e di Angela Talkner, nacque a Trieste il 1° gennaio 1887 e morì in combattimento su Cima Valderoa il 13 dicembre 1917.
Studiò e conseguì la licenza liceale nel Liceo Dante Alighieri di Trieste. Dopo essersi iscritto nell’Università di Vienna, passò all’Istituto di Studi Superiori di Firenze dove, nel 1908 si laureò in lettere. Tornato a Trieste, insegnò lingue classiche nello stesso Liceo che lo vide discepolo. Assertore dell’italianità della sua città natale, alla vigilia della guerra europea, nell’agosto 1914, si trasferì in Italia e fu chiamato dal Ministero della Pubblica Istruzione all’insegnamento della storia nell’Istituto tecnico di Arezzo. Contemporaneamente svolse attiva propaganda per l’intervento dell’Italia in guerra con pubbliche conferenze. E quando nel maggio 1915 l’Italia si schierò a fianco degli Alleati, si arruolò volontario, col nome di battaglia Colombo, nel battaglione Gemona dell’8° reggimento alpini. Nell’agosto successivo, nominato sottotenente di M. T., passò al 7° reggimento alpini, ed assegnato al battaglione Feltre nel combattimento di Monte Cima, in Valsugana, durante l’offensiva austriaca del maggio 1916, riportò una grave ferita alla spalla destra e si meritò un encomio solenne per il suo ardito comportamento. Guarito, volle subito tornare al suo reparto in linea dove nel giugno 1917 fu promosso tenente. Capitano, comandante la 64^ compagnia nel Novembre successivo, in posizione sulle pendici del Monte Valderoa, sostenne aspri combattimenti, contribuendo ad arginare la spinta nemica che premeva tra il Brenta e il Piave per aprirsi la via verso la pianura. Il 13 dicembre, i ripetuti attacchi nemici, sempre prontamente respinti, provocarono gravi perdite di uomini nella compagnia; tuttavia, al pronunciarsi dell’ultimo assalto nemico, il Corsi si lanciò risolutamente con i pochi superstiti fuori delle trincee ed affrontò il nemico con lancio di bombe a mano. E mentre era intento a falciare l’avversario col fuoco di una mitragliatrice rimasta senza serventi, cadde su di essa colpito in fronte da una fucilata. La motivazione della medaglia d’oro al v. m., concessagli alla memoria con d. l. del 13 ottobre 1918, così si esprime sull’attività di guerra del valoroso ufficiale:

Nato in terra irredenta, dopo avere dedicato ai diritti della sua Patria tutto il suo ingegno forte di molti studi, si offerse ai sanguinosi cimenti della guerra, fulgido esempio di eroismo ai dipendenti che lo amarono, e che, chiamato ad altro ufficio, preferì non lasciare. Ferito mentre strenuamente combatteva, non appena guarito volle subito tornare al fronte, e vi affrontò sempre faccia a faccia il nemico fuori delle trincee, primo fra tutti, più volte respingendolo con prodigi di valore, anche se superiore di forze. Gloriosamente cadde colpito a morte sulla inviolata trincea, mentre i pochi superstiti della sua compagnia, da lui fino all’estremo animati, rintuzzavano l’avversario. Val Sugana, 26 maggio 1916; Cima Valderoa, 13 dicembre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 236.